Ciencias Políticas
Nuove acquisizioni territoriali. L'impero russo nel secolo dei lumi
NUEVAS ADQUISICIONES TERRITORIALES. EL IMPERIO RUSO EN EL SIGLO DE LA ILUSTRACIÓN
NEW TERRITORIAL ACQUISITIONS. RUSSIAN EMPIRE IN THE AGE OF ENLIGHTENMENT
Ciencia Nueva, revista de Historia y Política
Universidad Tecnológica de Pereira, Colombia
ISSN-e: 2539-2662
Periodicidad: Semestral
vol. 2, núm. 1, 2018
Recepción: 17 Octubre 2017
Revisado: 23 Noviembre 2017
Aprobación: 15 Diciembre 2017
Publicación: 12 Marzo 2018
Resumen: Este artículo examina la política de Catalina II después del tratado de paz de Küçük Kaynardžj (1774). Además, analiza el viaje de la zarina en el Mar Negro, en 1787, para conocer los nuevos súbditos y los nuevos territorios anexionados a su Imperio. A pesar de la opinión contraria de su séquito, la zarina comenzó su viaje desde Petersburgo el 2 de enero de 1787. El diario de su viaje enviado a Nápoles por el diplomático Antonino Maresca, duque de Serracapriola, se halla en el Archivo Estatal de Nápoles, Ministerio de Relaciones Exteriores. Este trabajo también analiza la importancia estratégica del Mar Negro en la política de expansión imperial hacia el Mediterráneo.
Palabras clave: Imperio ruso, Catalina II, Küçük Kaynardžj, Mar Negro, viaje político.
Abstract:
This paper examines the politics of Catherine II following the peace treaty of Küçük Kaynardžj (1774). Moreover, it analyzes the travel of Czarina on the Black Sea, in 1787, to learn about new subjects and new annexed city to her empire. Although the contrary opinion of his entourage, the czarina began the voyage From Petersburgo on 2 January 1787. The Report of the journey sent to Naples by the diplomati Antonio Maresca, duke of Serracapriola, is preserved in the State Archives of Naples, Foreign Office. Therefore, the paper intends to examine the decisions of the Russian Government and the importance of the Black Sea in Imperial politics. Russian empire, Catherine II, Küçük Kaynardžj, Black Sea, political travel.
Keywords: Russian empire, Catherine II, Küçük Kaynardžj, Black Sea, political travel.
Strategie imperiali
Il disegno politico perseguito da Pietro il Grande (1721-1725) aveva mirato, oltre all'espansionismo nel Baltico e nei Balcani, anche all'ampliamento territoriale verso le regioni prospicienti il Mar Nero al fine di garantire all'Impero russo nuove conquiste e uno sbocco commerciale mediterraneo1. La fine della Grande Guerra del Nord (1700-1721) e la pace firmata a Nystad sancirono l'«indiscutibile supremazia della Russia»2 nella regione baltica a danno della Svezia e, in politica interna, venne meglio definendosi l'«apogeo della statalità3 che caratterizzò l'età petrina, tra la razionalizzazione dell'attività statale a sostegno di una politica economica ispirata al modello mercantilista e lo sviluppo dell'apparato amministrativo, affinché «la Russia uscisse dal suo secolare torpore»4. Dopo la morte di Pietro e le note vicende della problematica successione al trono, la granduchessa Elisabetta (1741-1762) a garanzia del principio di legittimità dinastica designò al trono imperiale il nipote Carlo Pietro duca di Holstein-Gottorp (figlio di sua sorella Anna) che regnò come zar Pietro III per soli sei mesi nel 1762. Combinato il matrimonio tra Pietro e la giovane Sofia, principessa di Anhalt Zerbst e futura Zarina Caterina II (1762-1796), si apriva un nuovo capitolo nella storia russa che avrebbe riservato sostanziali mutamenti nella scena politica europea. Nel gennaio 1762, un anno prima della conclusione della Guerra dei Sette anni (1756-1763), alla morte di Elisabetta (che in vita aveva chiaramente mostrato la sua avversione per la Prussia di Federico II (1712-1786), Pietro III «no disimula su parcialidad por el Rey de Prusia»5 tanto che il 5 maggio 1762 a San Pietroburgo firmò un trattato in virtù del quale la Russia restituiva tutti i territori che aveva sottratto alla Prussia nel corso della guerra e deliberava l'alleanza, firmata nel mese di giugno, tra Prussia e Russia in funzione antiaustriaca. Tuttavia, come ben si sa, un colpo di Stato depose Pietro III nel luglio 1762, nonostante el depuesto Emperador se embarcó en una Galera, se presentò delante de Kronštadt, pero fue amenazado y no obedecido: tuvo que retirarse: le faltaron los recursos, renunció a sus derechos, y se vio obligado a rendirse, siendo conducido a la fortaleza de Petersburgo en donde está guardado6.
Il passaggio dei poteri alla moglie Caterina e, il 22 settembre di quello stesso anno, «la coronación de esta Soberana en la Cathedral del Kremelin»7, determinarono una netta presa di distanza della Russia dalla politica prussiana. Nonostante avesse ricevuto «la orden del Águila Negra de Prusia con las formalidades acostumbradas; pero no obstante esta señal de Amistad con la Corte de Berlín»8,Caterina lasciò intendere chiaramente il disimpegno russo dalla guerra dei Sette anni e l'intenzione di proseguire una politica diversa da quella del defunto marito attuando una vera e propria «revolución […] que no se encontrará exemplar en la Historia, y por la qual fue depuesto del Trono el Emperador Pedro III y entró en su lugar la actual Emperatriz»9. La politica della Zarina continuò nel solco del processo di occidentalizzazione già iniziato con Pietro il Grande e proseguì sulla via di una sostanziale integrazione nel sistema degli Stati europei. Caterina nutrì un costante interesse per la cultura dei philosophes e numerose riforme attuate durante il suo regno - dal nuovo sistema educativo, alla politica economica, alla secolarizzazione della proprietà ecclesiastica, alla soppressione di numerosi conventi - si ispiravano ai principi illuministici. Il Nakaz del 1767-68 rappresentò una sorta di programma ufficiale del suo progetto riformatore, un documento in cui era contemplata la felicità del popolo, la tolleranza, la diffusione dell'istruzione, la libertà di stampa. Le attività manifatturiere e commerciali furono favorite da una serie di leggi che abolivano i monopoli ma, nonostante l'impegno della Sovrana, sul versante agricolo la condizione del mondo contadino continuò ad essere condizionata dall'arretratezza delle tecniche agricole in uso. Tuttavia, le opere di filosofia politica e l’attività degli enciclopedisti da lei tanto apprezzate occuparono un posto rilevante nella sua formazione culturale. Il progetto riformatore perseguito da Caterina - in una Russia legata comunque ad un passato immobile e dispotico - fu indirizzato al miglioramento delle amministrazioni locali, alla promozione del progresso nelle vaste province russe, alla codificazione del diritto che avrebbe garantito la certezza delle norme e il buon funzionamento dello Stato10. I principi enunciati da Voltaire, da Montesquieu, da Diderot11, l’opera di Cesare Beccaria Dei delitti e delle pene12 - fra le letture preferite dalla Zarina - ispirarono il programma della Sovrana13. Le aperture dell'Imperatrice verso la cultura europea occidentale determinarono, altresì, una nuova e più incisiva presenza del mondo slavo nel panorama intellettuale europeo14 all'interno del quale Caterina seppe interpretare i principi dell’assolutismo monarchico e dell’accentramento del potere, realizzando un costante avvicinamento agli Stati del Vecchio Continente. Inoltre, l'esigenza di prender parte alle dinamiche politiche occidentali persuase la Zarina - tra il 1781 e il 1782 - a promuovere il tour di suo figlio, il Granduca Paolo (futuro zar Paolo I, 1796-1801), presso le corti europee15 per "familiarizzare" con le pratiche politiche e con le consuetudini delle case regnanti dell'Europa dell'Ovest. La politica di Caterina, dunque, ebbe ad oggetto sia la riforma dello Stato e delle sue istituzioni sia la formazione di un ceto dirigente secondo i canoni della cultura illuministica16, sostenendo la diffusione del sapere nel suo vasto Impero e tutelando l'attività delle istituzioni culturali quali l'Università di Mosca, la Libera Società Economica, l'Istituto Minerario. Il sapere scientifico, concentrato intorno all'Accademia delle Scienze, si propagò in tutte le province russe - nonostante le difficoltà che caratterizzavano la ricerca-, tanto che sulle pagine del Journal Encyclopédique, tra le Nouvelles Politiques del 5 ottobre 1767, si leggeva che. L'Impératrice a donné des ordres à l'Académie des Sçiences pour faire observer la conjonction de Vénus sur le soleil en 1769. Les observations seront faites en huit différens endroits de l'empire, entr'autres, à Kola, à Salovetzky, isle de la mer Blanche, à Orenbourg & à Astracan. Les Astronomes commencent à préparer tout ce qui est nécessaire pour cet objet, & ils instruisent plusieurs Officiers de marine, qui seront chargés de les aider dans leurs opérations. Comme les instrumens de l'observatoire ne seront pas suffisans pour ces différens travaux, S. M. I. a ordonné d'en faire venir de France &d'Angleterre, & a assigné des fonds pour cette dépense17.
Si trattava dell'esplicito sostegno che la Zarina intendeva offrire alle scienze, settore ritenuto essenziale per lo sviluppo dello Stato, pur dovendo fare ricorso, se necessario, all'aiuto di strumentazioni e risorse francesi o inglesi per sostenere l'impresa. Anni dopo, nel 1787, il viaggiatore americano John Ledyard (1751-1789) trovò a Irkutsk, in Siberia, un circolo culturale ricco, scientificamente preparato con discepoli di Linneo che lo seguirono nelle sue esplorazioni. Nel 1789 il giornale di Irkutsk - Irtyš prevraščajuščijsja v Ipokrenu - pubblicò estratti ricavati dai Principia di Isaac Newton. La medesima vivacità caratterizzò altri centri siberiani e città portuali come Archangel'sk (sulle rive della Dvina settentrionale, allo sbocco del mar Bianco), dove le scienze erano talmente diffuse che, agli inizi del secolo XIX, l'Impero poteva contare su una comunità scientifica in grado di divulgare il proprio sapere concorrendo allo sviluppo dello Stato e al rafforzamento di una tradizione di studi autoctona18.
Una nuova dimensione geopolitica
Nel delicato "equilibrio" della politica estera il governo di Caterina si impegnò militarmente nel contenimento dell'espansionismo ottomano nei Balcani. Dal punto di vista territoriale, gran parte della Russia meridionale e dell’Ucraina furono integrate nell’Impero russo e nella Nuova Russia furono fondate città quali Sebastopoli, Odessa, Ekaterinoslav. Inoltre, il conflitto russo-turco (1768-1774)19 e le determinazioni che ne seguirono, proiettarono l'Impero di Caterina in una nuova dimensione nello scacchiere politico europeo. In seguito alle sconfitte subite in diverse campagne militari20, il 20 giugno 1774, nel villaggio di Küçük Kaynardžj21, l'Impero ottomano fu costretto ad una pace gravosa: Caterina annetteva al proprio Impero la steppa del Mar Nero tra il Bug e il Dnepr (e sulla sua foce l'importante città-fortezza di Kinburn), Azov, Kerč e Yenikale, oltre ad ottenere la libertà di navigazione sul Mar Nero e la possibilità, per la propria flotta mercantile, di raggiungere il Mediterraneo attraverso il Bosforo e i Dardanelli. A governare la Nuova Russia e l'Azov Caterina aveva inviato Grigorij Aleksandrovič Potëmkin (1739-1791) che profuse un considerevole impegno nel potenziamento della flotta russa nel Mar Nero operando sia a Cherson che a Sebastopoli22. La Russia, attraverso il Mar Nero, intendeva dirigere i propri traffici verso il Mediterraneo che fino a quel momento era stato uno spazio precluso all'Impero. A Küçük Kaynardžj aveva prevalso, insomma, un deciso mutamento nei rapporti di forza internazionali e la nuova posizione acquisita da Caterina II destava l'interesse delle corti europee. Bernardo Tanucci - il fidato ministro a cui Carlo di Borbone affidò la Reggenza del Regno di Napoli al momento della sua partenza per Madrid - esprimeva così la preoccupazione al Sovrano spagnolo circa i successi della Zarina:
pare al re [Ferdinando IV] vedere in quel che V. M. si degna di dire della Pace Russa e Turca che V. M. abbia ponderato le conseguenze di una pace funesta ai Turchi e alla Polonia ma non indifferente ad altre nazioni con quella libera navigazione sulli mari Nero e Bianco e in tutta la marittima astensione della Turchia. Sicché gli armamenti Russi in avvenire per venire a trovarci non avranno la pena di traversare il Sound, il Baltico, l'Oceano e tutto il tratto di qua dallo Stretto di Gibilterra23.
Se da un lato l'Europa prendeva coscienza del nuovo ruolo della Russia nel concerto delle potenze occidentali, dall'altro Caterina, soddisfatte le proprie mire espansionistiche e ampliati i confini dell'Impero, proiettava il protagonismo russo verso il Mar Nero, il nuovo spazio geopolitico da controllare e dominare. L'Impero realizzava le annose aspirazioni politiche e commerciali verso l'area mediterranea: finalmente la Zarina e il suo governo si assicuravano il transito nel Mediterraneo attraverso il Mare che gli antichi Greci avevano definito πόντος ἄξεινος (mare inospitale) a causa della sua inclemenza e della scarsità di insediamenti abitativi sulle coste e che, nel corso del tempo, era divenuto luogo di transiti commerciali e di stanziamenti umani tanto da modificarne l'etimo in πόντος εὔξεινος (mare ospitale). Definito Mar Nero in epoca medievale, nelle sue acque, nel corso dei secoli, si svolsero intensi traffici commerciali tra Oriente e Occidente24. Le fiorenti attività mercantili e le nuove dinamiche politiche sviluppatesi nel secolo XVIII contribuirono in misura determinante a considerare il Mar Nero come "luogo" di incontri, attività commerciali, relazioni interstatali che vivacizzarono uno spazio geografico da tempo, ormai, diventato economicamente e politicamente appetibile25. La conquistata libertà di navigazione russa all'indomani degli accordi di Küçük Kaynardžj determinò il consolidamento delle relazioni commerciali e degli scambi marittimi: quello spazio geopolitico si contraddistinse per il flusso intenso di uomini e navi, per l'importanza strategica dei suoi porti confermando, così, la propria importanza sulla scena politica internazionale fino ai giorni nostri. A completare il disegno egemonico della Zarina, nel 1783 anche il Khanato di Crimea fu definitivamente annesso all’Impero26.
I territori acquisiti dallo Stato russo in seguito agli accordi di Küçük Kaynardžj ebbero, sin dal principio, un ruolo determinante nel composito mosaico imperiale, poiché le potenzialità di sviluppo economico derivanti soprattutto dall'utilizzo delle basi portuali si imposero nella logica politica del governo di Caterina. Prima ancora di recarsi personalmente in visita nelle regioni di più recente annessione all'Impero, la Zarina ritenne opportuno incaricare il francese Antoine Ignace Anthoine (1749-1826), poi barone di Saint-Joseph, di compiere un viaggio esplorativo in quei territori. La scelta ricadeva su un avveduto commerciante e uomo d'affari francese che, per conto di Luigi XVI, aveva già gestito importanti trattative commerciali con il Levante ottomano ottenendo la realizzazione di alcuni stabilimenti francesi a Costantinopoli. Per quel che riguardava i rapporti con la Russia, la "missione" di cui l'Anthoine era incaricato consisteva nel collegare i porti russi al Mediterraneo con l'intermediazione francese, usufruendo del favore della Zarina e creando un sistema di legami economici che consentisse alla Francia di fungere da interlocutrice privilegiata negli scambi tra l'Impero e il resto dei mercati europei. Proprio agli inizi degli anni Ottanta del secolo XVIII, Anthoine ricevette l'incarico da Caterina di compiere un viaggio nelle città portuali lungo la riva settentrionale del Mar Nero per esaminare le potenzialità commerciali di quella parte strategica dei possedimenti russi[27]. L'Essai historique sur le commerce et la navigation de la Mer Noire scritto da Anthoine testimoniava lo stato delle conquiste imperiali russe durante il regno di Caterina e rappresentava una guida per tutti coloro (viaggiatori, diplomatici) che si recavano in quei territori, soprattutto per quanti intendevano concludere affari commerciali[28]. Nell'Essai Antoine Ignace Anthoine ribadiva l'interesse dell'Imperatrice per la promozione delle attività commerciali in quei territori e ricordava lo specifico ukaz (указ) emanato ad hoc:
pour attirer dans ses nouveaux États un grand nombre de commerçans de toutes nations, l'impératrice déclara par un ukase du 22 février 1784, que le port de Cherson et ceux de Sévastopol et de Théodosie en Crimée […] étaient ouverts aux pavillons de tous les souverains amis de la Russie; que leurs sujets pouvaient s'y établir, faire librement le commerce d'importation et d'exportation en se conformant aux réglemens de la douane; qu'ils y jouiraient des même avantages civils et religieux accordés aux étrangers qui habitaient Pétersbourg et Archangel; que ceux qui desideraient prendre des lettres de naturalité participeraient à tous les priviléges des nationaux29.
L'accrescimento del commercio nei porti del Mar Nero doveva assicurare nuova ricchezza e potenza all'Impero, un ampliamento dei traffici mercantili e il possesso della leadership in quelle acque. Caterina, mediante l'ukaz citato, esortava i commercianti locali e stranieri ad utilizzare le piazze commerciali di Cherson (importante porto sul fiume Dnepr) e di Kaffa (l'antica colonia genovese e odierna Feodosija). Benché Caterina si impegnasse per attrarre il commercio verso i porti del Mar Nero, Anthoine analizzava le difficoltà incontrate nella realizzazione dell'obiettivo:
les invitations générales de l'impératrice ne furent suivies d'aucun effet conforme à ses vues, parce que les Turcs, maîtres du passage de la Méditerranée à la Mer-noire, laissant jouir à regret de cette communication les bâtimens russes et autrichiens, et nourrissant l'espoir de les en priver tôt uo tard, la refusaient constamment à ceux des autres puissances maritimes30.
Le scelte commerciali della Sovrana, pertanto, dipendevano dalla politica internazionale e, in modo particolare, dai rapporti tesi con l'Impero ottomano. Se dal Mar Nero il transito commerciale verso il Mediterraneo attraverso il Bosforo e i Dardanelli era spesso sottoposto all'approvazione al sultano Abdül Hamid I (1774-1789), è facile intuire quanto le tensioni russo-turche influissero sulle sorti delle mercanzie che obbligatoriamente dovevano transitare per gli stretti. Inoltre, l'Inghilterra di Giorgio III sperava, da un lato, nello scontro aperto tra l'Impero russo e quello ottomano, dall'altro desiderava contenere l'espansione francese sui mari e stabilire un accordo commerciale preferenziale con Istanbul. Tutto ciò faceva temere che la minaccia bellica tra i due Imperi proiettati sul Mar Nero fosse possibile in qualunque momento. Nel 1787, Anthoine commentava così gli esiti di un eventuale scontro tra Pietroburgo e Istanbul:
il était évident que si la guerre éclatait entre les Russes et les Turcs, le commerce de la Russie sur le Mer-Noire, et ses rapports avec la Méditerranée par Cherson, seraient tout à coup interrompus. Lanimosité de la cour de Londres ne pouvait que se repaître avec satisfaction de cette espérance. Elle se promettait un autre résultat; c'est que les Turcs battraient les Russes; qu'ils reconquerraient la Crimée; que, redevenus maîtres de tous les ports de la Mer-Noire, ils n'y laisseraient entrer ni Russe ni Autrichien, et que ce nouveau commerce, sujet d'inquiétude et d'ombrage pour elle, retomberait dans le néant, d'où il n'était sorti que depuis quatre ans31.
Anthoine forniva un'interpretazione plausibile dei rapporti di forza e delle strategie che caratterizzavano il clima politico alla vigilia del nuovo conflitto che, tra il 1787 e il 1792, avrebbe nuovamente compromesso i rapporti tra Impero russo e Impero ottomano.
La "Corte itinerante" verso Cherson
La Zarina non si accontentò delle carte geografiche o dei resoconti di viaggio che descrivevano i territori di recente acquisizione. Le città costiere sul Mar Nero rappresentavano un tassello troppo importante nel mosaico imperiale e fu per questo motivo che, nel 1786, Caterina ritenne necessario recarsi personalmente in quei luoghi, annunciando il percorso che l'avrebbe condotta verso le strategiche regioni meridionali del suo Impero:
Sa Majesté Impériale s’etant résolu de contempler la partie méridionale de Son vaste Empire, tant pour veiller sur la féliçité de Ses Sujects, Elle a bien voulu ordonner de faire pour ce voyage, qui aura lieu dans le mois de Janvier de l’année prochaine [1787], tous les arrangemens nécessaires.Ce voyage se commencera par terre de St. Petersbourg jusqu'à Kiew par Smolensk, Nowgorod - Sewersky, et Tschernigoff [...] de Kiew en Galéres par le Dnieper jusqu’au Kaidak, ou on construit maintenant la Ville de Chatérinoslawe, Ville Capitale du Gouvernement du même nom [...]; de là encore une fois par terre jusqu'à Cherson [...], de Cherson par Berislaw, Perekop et Baktschisaraijusqu'à Sevastopol [...]; de Sewastopol par Bachtschisaray, Achmetschet, Karassou - basar, Soudak et la vieille Crimée jusqu'à Teodosia [...]; de là par Arabatte, Genitski, Taganrog, jusqu'à Tscherkask [...]. de Tscherkask, par Asow, par la Forteresse de St Demetrius, par Bachmout jusqu'à Charekow [...]; de Charekow par Bielgorod, Proursk, Orel, Toula jusqu'à Moscou, [...] et de cette Capitale par Twer et Nowgorod jusqu'à St. Petersbourg [...]32.
Partendo da San Pietroburgo, la Sovrana intendeva raggiungere il Mar Nero e visitare città e villaggi disseminati sulle coste del Mare interno.
A metà del secolo XIX Theodor Mundt (1808-1861) ha descritto il «viaggio trionfale nella Tauride» compiuto da Caterina nel 1787, affermando che «nutriva l'imperatrice [...] il pensiero di visitare le nuove conquiste sul Mar Nero, quella meravigliosa Tauride, ove, assieme alla dominazione russa, aveva fatto rivivere gli antichi nomi elleni»33. Il libro di Mundt - terminato nel 1855 - veniva pubblicato l'anno successivo proprio mentre si concludeva la Guerra di Crimea, detta anche Guerra d'Oriente (1853-1856), in un momento in cui in Europa risorgeva una "questione orientale" tra la Russia e l'Europa che, secondo le parole di Mundt, «non sarà sì tosto sopita»34. E ciò imponeva «alle scienze storiche e politiche» di interrogarsi sulle relazioni tra Oriente e Occidente, sulla conoscenza della storia russa, sullo sviluppo della sua potenza e dei suoi rapporti pregressi con l'Impero ottomano. Quale migliore argomento delle guerre russe per la conquista del Mar Nero e quale protagonista più adatta di Caterina II nella realizzazione del progetto politico di dominio su quell'area? Al termine delle battaglie svoltesi in Crimea e conclusesi con la sconfitta russa (sancita dal Trattato di Parigi, 1856), la riflessione storico-politica imponeva l'analisi dei rapporti precedenti tra le forze in campo ed esigeva un ragionamento, come ha affermato Mundt, che consentisse di possedere «un'immagine completa di ciò che ebbe ai nostri giorni il nome di politica tradizionale della Russia; ci svela pure la somma di quelle tendenze spiegandole colla maggior chiarezza ne' loro particolari più caratteristici e decisivi»35. Così, le ragioni del viaggio di Caterina II coincidevano con la genesi della supremazia zarista sul Mar Nero e costituivano parte della citata tradizionale politica russa che si consolidò nel corso del Settecento e proiettò le ambizioni espansionistiche in una regione strategica per il controllo dei traffici verso il Mediterraneo. Per l'importanza assunta dal tour, per la rilevanza degli interessi in gioco e per il significato politico attribuito al viaggio sul Mar Nero dai sovrani che la riverirono (si pensi a Giuseppe II, a Stanislao II Augusto Poniatowski), l'itinerario era stato preceduto da preparativi immensi che dovevano trasformare questo viaggio in un continuo trionfo nello stile più splendido e più maestoso; la partenza da Pietroburgo venne fissata per il giorno 18 gennaio 1787. Il principe Potemkin […] in qualità di governatore di quelle province ne doveva fare gli onori36.
Louis Philippe conte di Ségur (1753-1830), ambasciatore di Luigi XVI presso la corte russa dal 1784 al 1789, nelle sue Mémoires, a proposito del viaggio "trionfale" intrapreso al seguito della Zarina, ricordava l’ambiziosità dei disegni, la risolutezza delle decisioni e il fermo proposito di dominare la potenza ottomana:
a la fois courtisan et négociateur, il m'était prescrit de cultiver de plus en plus la faveur de Catherine et de surveiller en même temps avec activité les desseins et les actions de cette princesse ambitieuse, qui, couvrant alors de troupes nombreuses les rives du Borysthène et les bords de la mer Noire, semblait, de concert avec son allié Joseph II, manacer d'une prochaine et totale destruction l'empire ottoman37.
Quel viaggio si rivelò di un'importanza straordinaria e fu percepito come un susseguirsi di successi e attestazioni di fedeltà alla Sovrana. Il ritmo serrato degli eventi, gli spostamenti continui e il fascino straordinario dei paesaggi naturali, coinvolse il seguito della Zarina e, tra gli altri, il conte di Ségur qualche anno più tardi avrebbe ricordato:
pour remplir cette curieuse et singulière mission je partais sans légation, sans bureaux, sans secrétaire. Là j'allais me voir au milieu d'une suite non interrompue de courses, de fête, d'audiences publiques, de cercles et de jeux, sans pouvoir jouir ni de quelque liberté pour observer, ni de quelques moments de solitude pour méditer et pour me rendre compte de ce qui aurait pu frapper mes regards et mon esprit38.
Una missione «curieuse et singulière» che non poteva lasciare indifferenti e di cui sollecitamente bisognava dare notizia, come fece il diplomatico napoletano a Pietroburgo Antonino Maresca, duca di Serracapriola (1750-1822)39 che indirizzò il Giornale di Viaggio di Sua Maestà l'Imperatrice di tutte le Russie40 al Ministro degli Esteri Domenico Caracciolo (1715-1789), affinché Ferdinando IV apprendesse le novità provenienti dal Levante. La documentazione napoletana riferisce minuziosamente il viaggio dell'Imperatrice e del suo seguito da San Pietroburgo a Cherson e descrive il passaggio della "Corte itinerante" attraverso città e villaggi di cui la Zarina conosceva appena il nome. Le proficue relazioni tra Napoli e Pietroburgo avevano condotto agli accordi per la stipula di un trattato di commercio41: tra il 1783 e il 1787 il negoziato era stato gestito da due esponenti del pensiero illuministico e riformatore, il barone tedesco Friedrich Melchior von Grimm (1723-1807)42 per la Russia e Ferdinando Galiani (1728-1787)[43] per Napoli. Quattro anni di intense trattative produssero un accordo firmato a Tsarskoe-Selo il 17 gennaio 1787 dal conte di Ostermann per la Russia e dal duca di Serracapriola per Napoli, ratificato da Ferdinando IV nel marzo successivo44. Tra le clausole del trattato ve ne era una segreta che consentiva ai bastimenti napoletani diretti nel Mar Nero di battere bandiera russa. Inoltre, una riduzione dei dazi fra i due Stati dimostrava esplicitamente gli amichevoli rapporti politici e commerciali russo-napoletani. E, a conferma delle relazioni cordiali tra le due Corti e per rendere omaggio alla Zarina nel viaggio nell'antica Tauride, la rappresentanza diplomatica napoletana aveva raggiunto la Sovrana durante la sosta a Cherson. Lì, il 13 maggio «il marchese del Gallo inviato del Re delle Due Sicilie, ha avuto udienza privata da S. M. I. complimentandolo sul suo felice arrivo nelle Province del mezzogiorno del suo Impero»45.
Il viaggio politico compiuto da Caterina - come si evince dalla documentazione archivistica - fu un susseguirsi di visite e ricevimenti, baciamani, acclamazioni e onori tributati sia dai governanti locali sia dalle popolazioni, diretti dalla sapiente macchina organizzativa predisposta da Potëmkin. Partita «il 2 di Gennaro, verso le undici di questa Capitale [Pietroburgo] incominciò il suo viaggio per andare alla Chiesa di Kasan, ove pregò a quella Vergine»46 fino a Smolensk, sul fiume Dnepr, dove giunse il 12 gennaio. Durante le visite nelle città che la accolsero, la Sovrana dispensò onorificenze ai governanti locali e donazioni ai Vescovi per le proprie Chiese come quando a Polotsk, sul fiume Dvina, «il dì 13 la M.S.I. si degnò d’onorare con l’ordine di St. Vladimir il Governatore di Polotsk, ed il Consiglier di Stato, come pure il Giudice, per la soddisfazione che S.M.I. aveva avuto del zelo che quelli avevano dimostrato nel loro distretto per il di lei servizio»47; o ancora «si compiacque di dare Ruboli 1000 al Vescovo di Smolensk per la fabbrica della Chiesa Maggiore […] assegnando a quel Seminario una rendita annuale di Ruboli 2500 […]. Ad ogn'uno de' tre Conventi fece dare 500 Ruboli ed allo Spedale cento»48. Lo stesso accadde a Novgorod dove, il 24 gennaio, elargì «all'Arcivescovo 2000 Ruboli» per la Chiesa, la Casa arcivescovile e i Conventi della città. Tra archi trionfali, colpi di cannone e spari di artiglieria in segno di festa, celebrazioni, doni, banchetti, preghiere, da Smolensk a Novgorod, attraverso tutte le stazioni di Posta in cui sostò sia pure per qualche ora, Caterina fu accolta e festeggiata con cerimonie accuratamente predisposte che si ripetevano di villaggio in villaggio e di città in città. Ricevuta dal Metropolita con le solite formalità e dopo avergli donato «300 Ruboli, al Convento di San Giorgio 150, ed a quello delle Suore 150», giunse a Kiev il 29 gennaio e lì dovette attendere il disgelo primaverile e il completamento della costruzione della flotta prima di imbarcarsi sul fiume Dnepr e dirigersi a Cherson. Le imbarcazioni appositamente fabbricate per il viaggio diedero alloggio alla "Corte itinerante", come si legge nelle Note des Galéres et Bateaux qui ont servi pour le Voyage de l’Impératrice Sur le Dnieper49: Caterina alloggiava sul Dnieper; la nave ammiraglia della flotta; il Bug ospitava il principe Potëmkin, favorito della Zarina e organizzatore del viaggio insieme alle dame «Comtesses Braniski et Scawronsky»; lo Snow alloggiava, tra gli altri, il principe Federico Augusto di Anhalt-Zerbst, fratello di Caterina, e il generale dell'esercito russo conte Il'ja Andreevič Bezborodko, il «Géneral major Lewascheff, Ecuyer Rébinder, et les Personnes les plus nécessaires auprès de l’Aide de Camp Géneral, et à la Chancellerie du Comte Bezborodko»50. Le «Galéres» su cui viaggiavano la Zarina e i membri della corte «sont formées à plusieurs chambres»51, dotate di ogni comfort per tutti gli ospiti «perché fossero testimoni del suo trionfo»52. Il 22 aprile avendo Sua Maestà Imperiale risoluto di proseguire l'intrapreso suo viaggio […] è montata sul Bastimento espressamente per Lei costruito. Ai due lati della Carrozza Imperiale c'era tutta la generalità, ed ufficiali dello Stato maggiore, ed uno squadrone di Corazzieri del Reggimento del Corpo, scortava il Convoglio. Le campane delle Chiese e dei Conventi si facevano sentire com'anche l'Artiglieria delle due Fortezze53.
Il 25 aprile la flotta russa si trovò in prossimità della città polacca di Kanieff, nei pressi delle «frontiere del Dominio Russo, e Polacco»54 e, per omaggiare Caterina, il re di Polonia Stanislao II Augusto Poniatowski (1764-1795) la raggiunse sulla Galera Desna dove «la nostra Graziosa Sovrana pranzò col Re di Polonia». A Stanislao, ospitato per il viaggio sulla Galera Bug «sopra la quale vi erano state preparate camere, S. M. I. si compiacque d'inviare […] l'ordine di Sant'Andrea arricchito di brillanti»55. Qualche giorno più tardi, il 4 maggio, giunse la notizia che Giuseppe II (1780-1790) stesse per raggiungere Caterina e che viaggiasse in incognito, secondo un diffuso costume, sotto il nome di Conte di Falkenstein. Soltanto la sera del 6 maggio i due sovrani riuscirono ad incontrarsi a Kaidak poiché nei giorni precedenti «tempestosi venti non permisero alla Flottiglia»56 di navigare. A Ekaterinoslav «dopo che l'Imperatrice ebbe assistito alla liturgia nella Chiesa Reggimentale, eretta dal Arcivescovo di Ekaterinoslav e di Cherson Ambrosio, in presenza di tutti S. M. I. pose la prima pietra fondamentale della Chiesa Cattedrale sotto il titolo di Resurrezione»57. La sera del 12 maggio, infine, la Zarina e il suo numeroso seguito giunsero a Cherson, la città che era stata edificata nel 1778 per volere della Sovrana e che occupava una posizione strategica, alla foce del Dnepr, per il controllo dei traffici commerciali sul Mar Nero 58. Nella strategia politica del governo russo il possesso dei territori tra il Bug e il Dnepr (entrambi confluenti nel Mare Interno) assicurava all'Impero la via di comunicazione tra la ricche province attraversate dal corso dei due fiumi e il Mar Nero. Nel disegno egemonico dell'Impero, inoltre, le province russe comprese nella vasta area tra il Don e il Dnepr, ricche di mercanzie, facevano sperare in una decisiva crescita economica: la conquistata libertà di navigazione sul Mar Nero, inoltre, consentiva che il commercio dell'intera area fosse veicolato nelle acque del Mare Interno e, di lì, al libero passaggio verso il Mediterraneo. Si trattava di una vasta area produttiva - compresa Cherson - che garantiva una varietà di merci essenziali sui mercati interni ed internazionali dal momento che «ce vaste pays fournit en grande abondance toute sorte de grains, du chanvre, du lin, des cuirs, des mâts, des planches, du miel, de la cire, du tabac»59. Durante il soggiorno nel centro urbano alla foce del Dnepr, Caterina presenziò a moltissime cerimonie tra l'acclamazione generale e concesse alla città varie elargizioni come ricompensa per la laboriosità e per la fedeltà dimostrate. Insieme a Giuseppe II e ad un piccolo gruppo del suo seguito «si compiacque d'andare a fare una passeggiata per la Città in un saettone aperto di otto piazze, andando anche per i Borghi, per vedere i Giardini, e le Scuole de' falegnami ivi stabilite»60. In onore di Caterina, l'Ammiragliato di Cherson predispose il varo di due vascelli e di una fregata da guerra a cui furono dati rispettivamente i nomi Giuseppe II e Alessandro. Nella città, infatti, era stato realizzato un cantiere navale «pour la construction des grands vaisseaux & l'on y a déjà lancé plusieurs vaisseaux de guerre & frégates, aussi bien que des vaisseaux marchands»61. All'Imperatrice «furon presentati i Mercanti, e Cittadini di Cherson i quali ebber l'onore di baciarle la mano»62 e Brigadieri, Comandanti, Colonnelli che si erano distinti nell'esecuzione delle proprie mansioni furono premiati con avanzamenti di rango, danaro o grazie concesse dalla Zarina63 così come ella ordinò che il Vice Ammiraglio Perskyn, comandante della flotta sul Dnepr, ricevesse «l'ordine di Sant'Alessandro Newsky, ed a tutto il suo equipaggio, [fu] ordinato di regalarli un mezz'anno di paga»64. Dopo aver passato in rassegna le milizie, con piglio autoritario, Caterina il 1o giugno ordinava «al Principe di Potëmkin, di far sapere a tutti i Reggimenti la soddisfazione che ella aveva provato nel suo viaggio, trovando tutte le truppe in buon ordine, e in accuratezza»65. La Zarina, per catturare consensi tra i vari strati della popolazione, non mancò a nessun obbligo: volle conoscere le attività dei mercanti, stabilì rapporti con la nobiltà, con il ceto civile e con il clero locali, fidelizzò le milizie e conferì onorificenze, visitò le scuole e gli stabilimenti manifatturieri e artigianali, concesse privilegi e graziò molti condannati a cui fece commutare la pena. La corrispondenza epistolare che Caterina inviò da Cherson al generale dell'esercito imperiale, principe Pavel Dmitriyevich Tsitsianov (1754-1806)66, contiene numerose considerazioni personali sul senso politico del viaggio compiuto nel mezzogiorno del suo Impero. A proposito di Cherson affermava con soddisfazione che «il y a ici outre le Militaire un grand nombre de Monde et de toutes les Nations de l'Europe. Je puis dire que mes entreprises dans cette Contrée sont réduits à un tel point qu'on ne sauroit les laisser, sans leur rendre la louange qui leur est dû à si justes titres»67. A quella città che «n'existe encore que de huit ans»68 e ai territori circostanti, la Zarina attribuiva una funzione determinante nel processo politico-economico dell'Impero. Da Baktschisarai Caterina confidava i propri pensieri al Principe Dmitriyevich e, a chiosa di una missiva, inseriva un post scriptum in cui erano evidenti i motivi politici della scelta del viaggio nell'antica Tauride, l'importanza strategica di quei territori nel contesto imperiale e la progettualità della Zarina:
la valeur de choses est très peu connue de ces gens, qui ont parlé avec tant de mépris de l’acquisition de cette Contrée.Cherson et la Tauride ne seront non seulement point des Dèserts, mais au contraire on doit s’attendre, que quand le Gouvernement de St Petersbourg fourni la huitième Partie des Revenus de l’Empire, les Provinces mentionnées surpasseront en fertilité une Province infertile.On disoit aussitant de mal de ce climat, et on vouloit me détourner en m’intimidant de ne point faire l’Inspection de ce Pais en personne. Etant maintenant arrivée içi, je tàche a m’informer de ce qui peut avoir donné lieu a un préjugé si imprudent. J’ai entendu que Pierre premier a trouvé au fondement de St Petersbourg de semblables préjugés, et je me souviens que cette contrée n’etoit du gout de personne […].Avec ces Pensées et un contentement non moins satisfaisant, je và me coucher aujourd’hui ayant finie cette lettre, voyant de mes propres yeux, que je n’ai pas nuit à mon Empire, mais en outre que je lui ait procuré le plus grand àvantage69.
Caterina era persuasa di aver realizzato «le plus grand àvantage» per l'Impero e acquisiva la coscienza della grandezza del suo Stato che, ampliatosi verso una nuova dimensione geopolitica, guadagnava prestigio internazionale e conquistava un rinnovato protagonismo politico-commerciale tra le potenze europee. Il 2 giugno Giuseppe II si congedò dalla Zarina iniziando il viaggio di ritorno verso Vienna e il 23 successivo Caterina a Znamensk, sulla sponda destra del Volga, fu raggiunta «dai Gran Principi Alessandro e Costantino Paolovitch, i quali doppo aver complimentata la loro Augusta Ava si resero seco a Kolomenskoe»70, villaggio poco distante da Mosca
Un paio di mesi dopo il suo rientro dal viaggio "trionfale", nell’agosto 1787, la Zarina dovette affrontare responsabilità ben più gravose poiché si giunse, ancora una volta, allo scontro diretto con l'Impero ottomano71 di Abdul Hamid I, conclusosi soltanto nel 1792. Nel febbraio del 1788 - proprio quando al fianco della Zarina entrava in guerra l'Austria di Giuseppe II - Costantinopoli tentava di legittimare il proprio operato e attribuiva alla Russia la responsabilità del conflitto, che vedeva la penisola di Crimea nuovamente oggetto di contese. Nel tentativo di ingraziarsi la corte napoletana, Costantinopoli rivendicava il rispetto degli accordi stabiliti a Küçük Kaynardžj nel 1774, affermando di aver scrupolosamente osservato, e adempito ne' minimi suo' punti il suo Trattato colla Russia di Cainargik, e ciò mentre che all'opposto quella Corte, non ha cessato di infrangere le Condizioni del medesimo. Egli è ben noto a tutte le Potenze, che per principal base dello stesso Trattato si stipulò che fuor di Dio Onnipotente niun'altro ingerirsi dovesse nelle vicende della Crimea, la quale goder dovea la più assoluta indipendenza. Ma la Russia non perdeva mai di vista il desiderio d'impadronirsene72.
Le notizie dal Levante non erano rassicuranti e il Mar Nero, benché luogo di intensi scambi commerciali, si riconfermava teatro di guerra e i territori che lo circondavano continuavano ad alimentare gli "appetiti" espansionistici di Pietroburgo e Costantinopoli.
Fonti archivistiche
Libro de registro de la correspondencia diplomática del Marqués de Almodóvar, embajador de España en San Petersburgo, Mss/3526, 1762. Relación de las revoluciones de Rusia, en 9 de julio de 1762, en que fue destronado el Emperador Pedro III, por su esposa Cathalina II, Mss 11043, ff. 140-147.
Archivio di Stato di Napoli, Esteri:
Corrispondenza col Ministro del Re Nostro Signore in Moscovia, Description du Voyage de sa Majesté Imperiale dans la Partie méridionale de la Russie, Russia, Diversi, fasc. 1672.
Fonti secondarie
Anthoinede Saint-Joseph, Antoine Ignace. Essai historique sur le commerce et la navigation de la Mer Noire. Paris: Agasse, 1805.
Arecco, Davide. «Il filosofo e la regina. Diderot alla corte di Caterina II di Russia». Cromohs, n.o IX, (2004): 1-8
Azneita, Joseph. Revoluciones de Rusia. Madrid: De Sotos, 1786.
Bartlett, Roger. Storia della Russia. Milano: Mondadori, 2007
Bil'basov, Vasily Alexeyevich. Istoriceskie monografii, IV. Ekaterina II. Sankt Peterburg: Skorokhodova, 1901.
Bottari, Salvatore. «Per il dominio sul Mar Nero: la guerra russo-turca del 1768-1774 nella corrispondenza diplomatica napoletana». In Mediterraneo e/è Mar Nero. Due mari tra età moderna e contemporanea, eds. Luigi Mascilli Migliorini e Mirella Mafrici, 3-29. Napoli: ESI, 2012.
Brǎtianu, Georges I. La Mer Noire. Des origines à la conquête ottomane. Paris: Kryos, 2009.
Cizova, Tatiana. «Beccaria in Russia». The Slavonic and East European Review, n.o 95 (1962): 384-408
Cognasso, Francesco. Storia della questione d'Oriente. Parma: Edizioni Palatine, 1948.
Coxe, William. Voyage en Pologne, Russie, Suède, Danemarck, & c. Genève: Barde, Manget & c, 1787.
Davies, Brian L. The Russo-Turkish War, 1768-1774. Catherine II and the Ottoman Empire. London: Bloomsbury, 2016.
De Madariaga, Isabel. «La Russia da Pietro I a Caterina II». In La Storia. I grandi problemi dal Medioevo all'Età Contemporanea, 3, Stati e Società, eds. Nicola Tranfaglia e Massimo Firpo, 601-631. Torino: Utet, 1992.
De Madariaga, Isabel. Caterina di Russia. Torino: Einaudi, 1988.
Di Filippo, Marina. «Per una storia dei rapporti fra il Regno di Napoli e l'Impero russo». In Archivio russo-italiano. 4, a cura di Daniela Rizzi e Andrej Shishkin, 243-295. Salerno: Europa Orientalis, 2005.
Dvornik, Francis. Gli slavi nella storia e nella civiltà europea. Bari: Dedalo, 1968.
Erickson, Carolly. La grande Caterina. Una straniera sul trono degli zar. Milano: Mondadori, 1999.
Fisher, Alan W. The Russian Annexation of the Crimea 1772-1783. New York: Cambridge University Press, 2008
Gambacorta, Lucio. «Ferdinando Galiani e la Russia». In Archivio Storico per le Province Napoletane, CVI, 1988.
Gherbezza, Ettore. Dei delitti e delle pene nella traduzione di Michail M. Ščerbatov. Firenze: University Press, 2007
Giraudo, Gianfranco. «Alle origini dello Stato russo: da Ivan III a Pietro il Grande». In La Storia. I grandi problemi dal Medioevo all'Età Contemporanea, 3, Stati e Società, eds. Nicola Tranfaglia e Massimo Firpo. Torino: Utet, 1992.
Goffman, Daniel. The Ottoman Empire and Early Modern Europe. Cambridge: Cambridge University Press, 2002
Gorbatov, Inna. Catherine the Great and the French Philosophers of the Enlightenment. Montesquieu, Voltaire, Rousseau, Diderot and Grim. Washington: Academica Press, 2006.
Halm, Hans. Gründung und erstes Jahrzehnt von Festung und Stadt Cherson (1778-1788). Wiesbaden: Harrassowitz, 1961.
Hughes, Lindsey. Pietro il Grande. Torino: Einaudi, 2012.
Journal Encyclopédique. Buillon, 1767, t. VII, troisième partie.
Kamenskij, Aleksandr B. The Russian Empire in the Eighteenth Century. Searching for a Place in the World. London: Routledge, 1997.
King, Charles. The Black Sea. A History. Oxford: University Press, 2005
Köse, Osman. 1774 Küçük Kaynarca Andlaşmasi. Ankara: Türk Tarih Kurumu, 2006.
Le Donne, John P. The Russian Empire and the World, 1700-1917. The Geopolitics of Expansion and Containment. Oxford: University Press, 1997.
Les Plans et les Statuts, des différents établissements ordonnés par Sa Majésté Impériale Catherine II pour l'éducation de la jeunesse, et l'utilité générale de son Empire, Ecrits en langue russe par Mr. Betzky e traduits en langue françoise, d'aprés les originaux, par Mr. Clerc. Amsterdam: Rey, 1775, 2 voll.
Mafrici, Mirella. «La diplomazia in azione nel Sette-Ottocento: rapporti commerciali tra la Russia e il Regno di Napoli». In Mediterraneo e/è Mar Nero. Due mari tra età moderna e contemporanea, ed. Luigi Mascilli Migliorini e Mirella Mafrici. Napoli: ESI, 2012.
Mantran, Robert (ed.). Storia dell’Impero ottomano. Lecce: Argo, 2000
Marshall, William. Pietro il Grande e la Russia del suo tempo. Bologna: Il Mulino, 1999.
Martelli, Fabio. La Russia degli Zar. Aspetti del potere zariano tra sacralità e secolarizzazione (XVI-XIX secolo). Padova: Libreriauniversitaria.it, 2017
Mémoires souvenirs et anecdotes par M. le Comte de Ségur. Paris: Firmin, 1859
Mundt, Theodor. Le guerre sul Mar Nero ossia Caterina II di Russia e la sua corte. Schizzi storici Torino: Favale, 1856.
Nolde, Boris. La formation de l'Empire russe. Études, notes et documents. Paris: Institut d'Études Slaves, 1953, II
Pedani, Maria Pia. Breve storia dell'Impero ottomano. Roma: Aracne, 2006
Phillips, Edward J. The Founding of Russia's Navy. Peter the Great and the Azov Fleet, 1688-1714. Westport: Greenwood Press, 1995
Pingaro, Claudia. «Paolo Petrovič Romanov e Sofia Dorotea di Württemberg, viaggiatori inconsueti in laguna». In Venezia e l’Europa Orientale tra il tardo Medioevo e l’Età moderna, eds. Grigore Arbore Popescu e Cristian Luca, 353-370. Venezia: Antiga Edizioni, 2017
Roberts, Michael. «Il mondo baltico fra il dominio anseatico e quello svedese». In La Storia. I grandi problemi dal Medioevo all'Età Contemporanea, 3, Stati e Società, eds. Nicola Tranfaglia e Massimo Firpo. Torino: Utet, 1992
Satta Boschian, Laura. L’Illuminismo e la steppa. Settecento russo. Roma: Studium, 1994
Troyat, Henri. La grande Caterina. Milano, Rusconi, 1979
Troyat, Henri. Pietro il Grande. Milano: Rusconi, 1995
Venturi, Franco. «La circolazione delle idee». Rassegna Storica del Risorgimento, XL (1954): 203-222
Notas