Ciencias Políticas

Il neofascismo italiano nel Paraguay di Stroessner: L’asilo, l’”Internazionale Nera economica” e la rimozione del passato criminale*

El neofascismo italiano en el Paraguay de Stroessner: el asilo, la “Internacional Negra Económica” y la eliminación del pasado criminal

Vito Ruggiero**
Università degli Studi Roma Tre. , Italia

Ciencia Nueva, revista de Historia y Política

Universidad Tecnológica de Pereira, Colombia

ISSN-e: 2539-2662

Periodicity: Semestral

vol. 3, no. 2, 2019

ciencianueva@utp.edu.co

Received: 30 August 2019

Accepted: 05 December 2019



DOI: https://doi.org/10.22517/25392662.22931

Sommario: L’obiettivo di questo articolo è analizzare il fenomeno della migrazione neofascista italiana in Paraguay iniziata nel 1977. Dopo aver delineato il contesto paraguaiano durante la dittatura di Alfredo Stroessner, si focalizzerà l’attenzione alcuni aspetti che caratterizzarono la presenza italiana in Paraguay. In particolare, la concessione dell’asilo politico; la creazione di un centro di investimenti finanziari internazionali nel Chaco; la rimozione del passato criminale dei terroristi emigrati. Le fonti utilizzate provengono dagli Archivi del Terrore di Asunción, Paraguay, e dalla Casa della Memoria di Brescia, Italia.

Parole: Paraguay, Stroessner, Dittature di Sicurezza Nazionale, Anticomunismo transnazionale, Neofascismo italiano.

Resumen: El presente artículo tiene el propósito de analizar el fenómeno de la migración neofascista italiana en Paraguay a partir del 1977. Después de haber delineado el contexto paraguayo durante la dictadura de Alfredo Stroessner, se dedicará atención a algunos elementos que caracterizaron la presencia italiana en Paraguay; en particular, la concesión del asilo político, la creación de un centro de inversión económica internacional en las tierras demaniales del Chaco y la eliminación del pasado criminal de los terroristas inmigrados. Las fuentes utilizadas proceden de los Archivos del Terror de Asunción, Paraguay y de la Casa de la Memoria de Brescia, Italia.

Palabras clave: Paraguay, Stroessner, dictaduras de seguridad nacional, anticomunismo trasnacional, neofascismo italiano.

Abstract: The purpose of this article is to analyze the phenomenon of Italian neo-fascist migration in Paraguay since 1977. After outlining the Paraguayan context during the dictatorship of Alfredo Stroessner, attention will be devoted to some elements that characterized the Italian presence in Paraguay; in particular, the granting of political asylum, the creation of an international economic investment center in the lands of Chaco and the elimination of the criminal past of immigrant terrorists. The sources used come from the Archives of Terror in Asunción, Paraguay and the House of Memory in Brescia, Italy.

Keywords: Paraguay, Stroessner, National Security Dictatorships, Transnational anticommunism, Italian neo-fascism.

Introduzione

Gli Anni Settanta rappresentano una congiuntura singolare nella storia dell’America Latina, in particolare durante la seconda metà del decennio. Il golpe argentino del 1976 omogeneizzò politicamente il subcontinente, governato da dittature militari ispirate dalla Doctrina de Seguridad Nacional (DSN). Il quadro che si delineò fu quello di una “roccaforte continentale”, caratterizzata da uno strettissimo controllo delle contingenze interne e dal meticoloso monitoraggio delle frontiere.

Un blocco militare che tuttavia spalancò le proprie porte a criminali comuni, terroristi e militanti anticomunisti in fuga dai loro paesi di origine.

Molte pagine sono state dedicate, soprattutto in ambito giornalistico, alle migrazioni neofasciste verso l’America Latina a partire dalla seconda metà degli anni Settanta1. In ambito storiografico, la questione dei legami tra i movimenti della destra radicale europea e le dittature militari è stata analizzata attraverso la lente della Guerra Fredda. Secondo la letteratura scientifica, molti terroristi in fuga dai propri paesi d’origine vissero in clandestinità sotto la protezione delle intelligence locali, partecipando in alcuni casi alle attività repressive portate avanti dai regimi2.

Tuttavia, nella produzione storiografica sul tema, vi è un caso che ha goduto di scarsa attenzione: il Paraguay di Stroessner, la più longeva dittatura militare che l’America Latina abbia conosciuto, durata dal 1954 al 1989. Un’esperienza che, nell’arco temporale su cui il presente lavoro si concentra, era già ben consolidata. Oltre a divenire il rifugio di personaggi “eccellenti”, come il dittatore nicaraguense Anastasio Somóza3, il Paraguay fu meta di criminali comuni e, soprattutto, militanti di organizzazioni terroriste appartenenti alla galassia dell’anticomunismo più violento, sui quali, nella maggior parte dei casi, pendevano mandati di cattura internazionali. Tra questi, vi erano anche ex membri dell’organizzazione neofascista italiana chiamata Ordine Nuovo, tra le principali responsabili c.d. strategia della tensione. Nato da una costola del Movimento Sociale Italiano, ON iniziò la propria attività militante e terrorista a partire dal 1969. Nel 1973 fu sciolto dalle autorità giudiziarie, ma continuò la propria attività in clandestinità fino alla metà inoltrata degli anni Settanta4.

Durante le indagini giudiziarie sull’eversione nera e le inchieste della Commissione Parlamentare sulle stragi è infatti emerso che parte di responsabili delle stragi, ricercati dalle autorità italiane e dall’Interpol, si rifugiarono in Paraguay a partire dal 1977, dove ottennero la protezione ufficiale del governo di Stroessner. Una condizione che si protrasse anche dopo la fine del regime5. Il trasferimento in Paraguay coincise con la fine di un parentesi di clandestinità in Spagna, iniziata nel 1974 ossia durante l’ultimo periodo del regime franchista6.

La fuga neofascista in Paraguay e l’accoglienza ricevuta dal governo dittatoriale pone una serie di interrogativi, il primo dei quali riguarda il tessuto ideologico su cui tale alleanza si fondò. L’ideologia sposata da ON derivava infatti dal pensiero del filosofo Julius Evola, che, in estrema sintesi, propugnava un’evoluzione della società in senso gerarchico, spirituale e aristocratico. L’obiettivo principale era l’abbattimento del sistema democratico, con la conseguente costruzione di un’Europa-nazione che fosse libera sia dal colonialismo statunitense che da quello sovietico, scevra da tutte le influenze borghesi e materialiste. Si proponevano inoltre l’abbattimento del capitalismo e la nazionalizzazione delle imprese estere. Tutto ciò in nome di una concezione anticomunista, elitaria ed eroica della vita7. Una visione che presenta diversi punti di contrasto con la DSN, il più evidente dei quali è rappresentato proprio dal lato economico e politico della dottrina, che abbracciava il capitalismo, sposava l’american way of life e riconosceva la leadership degli Stati Uniti nella battaglia contro il comunismo8.

Un altro interrogativo riguarda invece l’origine delle relazioni. Considerati i legami internazionali di ON già affrontati dalla storiografia9, questi ultimi ebbero alcun ruolo nello sviluppo del fenomeno?

Le accuse di terrorismo pendenti sulle teste dei neofascisti e la modalità con cui il governo paraguaiano si rapportò a questa circostanza rappresentano un altro importante elemento di indagine. Non solo a livello di relazioni internazionali, ma anche sul piano del rapporto con i propri cittadini: come giustificare la presenza sul territorio di persone accusate di crimini efferati senza macchiare l’immagine di difensore dell’ordine che Stroessner si era costruito negli anni? Quali furono i rapporti dei terroristi con il tessuto sociale paraguaiano? Da un punto di vista operativo, infine, sorgono invece altri interrogativi. Una volta in Paraguay, come si caratterizzò la loro presenza sul territorio nazionale? Ebbero un qualche ruolo nelle attività repressive del regime o furono dei semplici rifugiati politici?

Per provare a rispondere a queste domande si utilizzeranno fonti provenienti principalmente da due corpus. Il primo è rappresentato dai cosiddetti Archivos del Terror. Scoperti il 22 dicembre 1992 da Martin Almada e dal giudice José Agustin Fernandéz in una stazione di polizia a Lambaré, un sobborgo di Asunción, sono attualmente custoditi presso il Museo de la Justicia - Centro de Documentación y Archivo para la Defensa de los Derechos Humanos, il quale ha sede preso il Palacio di Justicia di Asunción. Il secondo archivio è invece la Casa della Memoria di Brescia, all’interno della quale sono custoditi tutti i documenti prodotti durante le indagini per le stragi nere avvenute in Italia tra il 1969 e il 1980. Tramite le indagini giudiziarie è stata raccolta una mole imponente di documenti riguardanti le attività dei gruppi neofascisti, dentro e fuori dal territorio nazionale. Considerate la ricchezza dei fondi archivistici e la certezza che parte dei protagonisti di quella stagione si fosse rifugiata in America Latina, le probabilità di incontrare elementi utili per questa ricerca erano decisamente alte. Tale particolare circostanza crea quindi un importante agglomerato di documenti che possano “dialogare” con quelli paraguaiani, fornendo così uno strumento di ricerca aggiuntivo. Dopo aver delineato il contesto generale in cui il fenomeno si sviluppò, si proverà a ricostruire le dinamiche della migrazione degli ordinovisti verso il Paraguay, per poi focalizzare l’attenzione sulle attività svolte nel paese latinoamericano e il loro rapporto con il tessuto sociale.

Molti dei documenti che verranno citati nelle pagine a seguire contengono una grande quantità di errori di ortografia e grammatica spagnola, nonché numerosi italianismi. Per mantenere il massimo rigore, gli estratti sono stati trascritti così come in originale.

Il contesto: il “regno” di Stroessner

Sin dalla sua indipendenza, dichiarata nel 1811, la storia del Paraguay è stata caratterizzata da instabilità politica, conflitti armati e dittature militari. Come affermato da Maria Rosaria Stabili, tre eventi in particolare lasciarono delle ferite difficilmente rimarginabili nella storia di questo paese. Primo, la guerra della “Triplice Alleanza”, che il Paraguay dovette combattere contro Brasile, Argentina e Uruguay dal 1865 al 1870 e che causò la totale devastazione del paese. La popolazione fu decimata, passando da un milione e trecentomila abitanti ad appena duecentomila. Oltre alle perdite umane, il Paraguay dovette cedere parte dei propri territori ai vincitori, generando così anche un forte depressione economica10.

Secondo, la disputa con la Bolivia per la regione del Chaco, iniziata nel 1912, a causa dei giacimenti di petrolio presenti nel suo territorio. Le tensioni sfociarono in un nuovo conflitto armato nel 1928, dopo l’invasione del Chaco da parte dell’esercito boliviano. Le ostilità si conclusero con l’armistizio del 1935, in seguito al quale il Paraguay ricevette circa due terzi della regione. A tale assegnazione, tuttavia, non conseguì una crescita economica apprezzabile11.

Infine, nel 1947, fu la volta della Guerra Civile, scoppiata durante la dittatura del generale Higinio Morínigo. Un conflitto che costò al Paraguay, ancora, trentamila morti12. Proprio durante quest’ultimo periodo iniziò ad emergere la figura di Alfredo Stroessner13. Dopo la caduta di Morínigo, avvenuta nel 1948, arrivò ai vertici delle Forze Armate durante governi di Molas López prima e di Chaves poi. Fu quest’ultimo a nominarlo Capo della Prima Regione Militare. Da questa posizione estremamente importante, il generale Stroessner guidò nel 1954 il golpe inaugurò trentacinque lunghi anni di dittatura14. Ad essere rovesciato non fu un governo progressista o comunista, ma un presidente de facto membro del Partido Colorado, lo stesso a cui apparteneva Stroessner. Il tesseramento a tale partito, ormai completamente asservito al dittatore, era obbligatorio per tutto il corpo militare e per tutti i privati cittadini che avessero voluto ricoprire incarichi pubblici15. Attraverso un uso sistematico dell’estado de sitio eliminò tutte le opposizioni, dai cattolici ai comunisti, considerati una minaccia per la democrazia e per il mondo libero16. Circa un decennio dopo il golpe, il dittatore sposò la DSN sia per le sue forti posizioni anticomuniste, sia per continuare ad avere il supporto politico degli Stati Uniti17.

Vale la pena notare che l’opposizione interna, sia democratica che guerrigliera, era stata completamente annientata già diversi anni prima. All’inizio degli anni Sessanta, infatti, alcuni componenti del Partido Febrerista e del Partido Libaral, dopo essersi rifugiati in Argentina, misero in piedi due organizzazioni guerrigliere, il Movimiento 14 de Mayo e il Frente Unido de Liberación Nacional. Entrambi i soggetti erano deboli e logisticamente inefficienti. Le forze armate di Stroessner le sconfissero senza particolare sforzo, grazie anche all’appoggio di un gruppo paramilitare interno al Partido Colorado denominato Guionistas, il quale aveva il compito di prevenire l’avanzata comunista nel paese. Negli stessi anni, l’allora Ministro dell’Interno Edgar Ynsfran aveva inoltre creato una rete di informatori denominati pyragües. Questa rete, che lavorava d’intesa con la polizia segreta del regime, copriva sia territorio nazionale, sia Argentina, Uruguay e Brasile, attraverso l’infiltrazione degli agenti nelle comunità di esuli paraguaiani18.A partire dagli anni Settanta, Stroessner pose a capo del Departamento de Investigaciones Pastor Milciade Coronel, il quale coordinò le operazioni di ricerca, cattura e tortura dei prigionieri politici. All’interno del Departamento venne creata la Dirección de Política y Afines, in cui vi erano la sezione politica, che aveva il compito di neutralizzare le persone anche solo sospettate di essere comuniste e sovversive; la sezione operaia, che controllava le attività sindacali; la sezione di controllo, che aveva invece l’incarico di monitorare porti, aeroporti e tutte le linee stradali di terra. L’efficienza del suo apparato repressivo fece del Paraguay uno dei punti nevralgici del tristemente noto Sistema Condor19.

La costante violazione dei diritti umani lo mise in rotta di collisione con l’amministrazione statunitense guidata da Jimmy Carter che, come si vedrà in seguito, tagliò drasticamente gli aiuti economici e militari.

Da un punto vista ideologico, il Paraguay di Stroessner rappresentava uno dei più saldi baluardi dell’anticomunismo mondiale. Negli anni, un piccolo paese senza particolare rilevanza all’interno della scacchiera mondiale si tramutò così in un punto di riferimento per la destra radicale internazionale.

L’origine dei rapporti e l’asilo politico

Come affermato precedentemente, l’emigrazione verso il Paraguay iniziò nel 1977. La prima questione su cui ci si vuole interrogare in queste pagine è l’origine delle relazioni tra il governo di Stroessner e gli ex militanti di ON. Un aiuto per rispondere all’interrogativo proviene dal leader dell’organizzazione, protagonista principale delle vicende che verranno analizzate nelle pagine che seguono: Elio Massagrande. La trascrizione di un’audizione di fronte alleautorità paraguaiane riporta quanto segue:

[Massagrande] Llegó a Paraguay recomendado por el dr. Rodney Elpidio Acevedo, Embajador del Paraguay en España, se puso en contacto con el dr. Bestard que en ese entonces era alto Funcionario del Ministerio del Interior y con el dr. Campos Alum, en el Ministerio del Interior, donde le fué tomada una declaración, donde también fué fichado y poco después fué puesto en libertad20.

Una dichiarazione che indicherebbe nell’ambasciatore Acevedo il tramite tra i neofascisti e il governo paraguaiano.

Al suo arrivo, il 16 agosto del 1977 con volo proveniente da Madrid21, Massagrande fu schedato e messo in libertà poco tempo dopo. L’inserimento negli archivi nazionali e il rilascio dopo un breve periodo sanciva l’inizio della procedura di richiesta di protezione, che Massagrande porterà avanti insieme a Gaetano Orlando, un latitante italiano proveniente non da ON ma dal Movimento di Azione Rivoluzionaria, un’altra organizzazione dell’anticomunismo radicale italiano che si alleò con la formazione neofascista durante gli anni dello stragismo22.

Insieme alla richiesta di asilo, Massagrande consegnò alle autorità una nota biografica che narrava, rigorosamente dal proprio punto di vista, la sua storia personale e politica, insieme alle ragioni che lo avevano spinto a emigrare in Paraguay. Il primo elemento significativo presente nella nota riguarda la sua appartenenza alla Brigata Folgore dell’Esercito Italiano:

Alcanza al grado de teniente de teniente de Artilleria y se destina al grupo de Artilleria Paracaidista (Brigada Folgore).

Tiene que abandonar el ejército en virtud del decreto del ministro socialista Tremelloni, al ser clasificado como simpatizante de un grupo politico anticomunista. Obtiene el certificado de instructor militar de paracaidismo en caida libre23.

Le ultime righe dell’estratto appena riportato suscitano alcune perplessità. Il cosiddetto Decreto Tremelloni, infatti, riguardò solo il settore dell’intelligence militare, il cui corpo cambiò la denominazione del SIFAR in SID24. Non vi era alcun accenno a simpatie politiche proibite all’interno del corpo militare. Di provvedimenti di questo tipo non vi è neanche traccia sui principali testi riguardanti storia delle Forze Armate italiane25. Infine, considerati il contesto politico generale e le tendenze conservatrici degli ambienti militari di quegli anni, l’eventualità che qualcuno potesse essere stato cacciato dalla Brigata Folgore in quanto anticomunista risulterebbe inverosimile. Inizia a prendere forma, in questo primo passo, l’elemento principale si cui verterà tutto il documento in questione e che caratterizzerà le relazioni degli ex ordinovisti con il governo paraguaiano: l’anticomunismo.

Dopo le informazioni generali, il documento prosegue descrivendo le attività politiche che caratterizzarono il passato di Massagrande. Nel 1962 entrò a far parte del Centro Studi Ordine Nuovo, collaborando con il deputato del MSI Pino Rauti come responsabile della provincia di Verona. Dopo aver rifiutato la nomina a membro del comitato centrale missino, decise di continuare la lotta politica con il Movimento Politico Ordine Nuovo insieme a Clemente Graziani, ingaggiando scontri violenti con le organizzazioni comuniste parlamentari ed extraparlamentari26.

In seguito allo scioglimento di ON, Massagrande fuggì in Grecia, dove vigeva il regime dei Colonnelli. Qui avrebbe collaborato con i movimenti anticomunisti locali dirigendo al tempo stesso la comunità di italiani che si era rifugiata nella Penisola Ellenica per sfuggire agli ordini di cattura. Caduto il regime dei Colonnelli, la neonata democrazia greca lo estradò in Italia con l’accusa di terrorismo. Sarebbe rimasto in carcere circa 10 mesi, fino a quando sarebbero stati «riconosciuti gli errori dell’imputazione»27. Nel 1976 si trasferì in Spagna, dove l’anno successivo sarebbe stato raggiunto da un altro mandato di cattura internazionale. La nota prosegue poi individuando le cause principali della sua fuga dall’Europa. La prima viene individuata nell’ultimo delitto del quale fu accusato:

La imputación es esta vez de haber participado a la organización de la matanza del juez que se había sumetido a la voluntad comunista de destruir el movimiento Ordine Nuovo. Para sotrarse a un nuevo juicio de extradición y nel cuadro general, impelido de la necesidad de abandonar Europa per otro Pays siguramente anticomunista, Massagrande nel mes de Agosto llega a Paraguay junto a su familia28.

La seconda, invece, coincide con la situazione politica generale in cui navigava l’Italia:

Italia es un pais dominado por la fuerza politica comunista. El gobierno democristiano gobierna con el consentimiento del partido comunista y de las organizaciones sindicales y estudiantiles comunistas. Es un problema tan grave para todo el occidente que masacre a nuestras debiles fuerzas clandestinas29.

In cambio dell’asilo politico, Massagrande offriva al governo paraguaiano le sue competenze in materia di aviazione e paracadutismo:

Intiende, tambien poner a disposicion (se puede necesitar) su conocimentos en tema militar, mas que todo el conocimientos de la tecnica de la caida libre hoy necesaria por la formacion del paracaidismo agonisticio civil y militar (formacion de comandos)30.

Il documento si chiude con un tentativo di analisi politica della situazione globale, che contempla la necessità di creare un ponte tra le organizzazioni anticomuniste latinoamericane ed europee per rendere più efficace la lotta contro il comune nemico marxista:

La nuestra ideolojia [...] se opone mortalmente al materialismo y al internazionalismo comunista, [...] Todavia somos cocientes de la necesidad de una mas amplia colaboración entre las fuerzas analogas que en mondo se opone a la victoria de la subverción. Tambien nosotros los anticomunistas tenemos que haber visión global y total de la lucha y tomar conciencia que la donde se combate para las nuestras ideas, allí es nuestra Patria.

La guerras revolucionarias que se combaten en el mundo son coordinadas.

Especialmente para nosotros europeos de aquerdo con nuestra visión terzaforzista es útil la colaboración con movimientos y gobiernos de la America Latina. Esto por un motivo de evidente somejanza en el espiritu y en los intereses que unen y uneran siempre mas estas dos partes del mondo.

Especialmente consideramos util la costotucion de un organismo que coordina, tambien al interior de los organismos que ya existentes, las actividad de grupos de la Europa Latina (España, Francia, Italia, y puede ser Grecia y Belgica) y de la America Latina31.

Queste righe rappresentano una sorta di biglietto da visita di Massagrande e, indirettamente, di tutti gli altri ex ordinovisti che si diressero in Paraguay successivamente. Il tono della narrazione è decisamente apologetico, e la percezione di essere vittime della cospirazione comunista mondiale emerge chiaramente. Nella nota vengono ripresi molti dei temi cari all’universo ideologico di ON e della destra radicale in generale, frutto delle riflessioni che caratterizzarono il dibattito interno ai movimenti a partire dagli anni Cinquanta. In particolare, la sottomissione del governo italiano ai comunisti, considerati come burattini dell’URSS, che aveva già rappresentato un leitmotiv nelle discussioni e nella propaganda fatta dagli ordinovisti già dal 196332, si ripresenta nelle analisi politiche dei membri della disciolta organizzazione, a quattordici anni di distanza, in un documento allegato a una richiesta di asilo politico avanzata dall’altra parte del globo.

Contrassegnate da un tono diverso sono invece le ultime righe del documento, all’interno delle quali Massagrande, parlando al plurale e quindi riportando verosimilmente anche le posizioni dei suoi camerati, palesa la loro volontà di continuare il proprio servizio alla causa dell’anticomunismo, proponendo la costituzione di un non meglio precisato soggetto che, partendo dal Paraguay, coinvolgesse anche i militanti europei.

I paesi elencati da Massagrande non sono casuali. Sono infatti noti gli stretti legami esistiti tra ON e varie organizzazioni della destra radicale europea negli anni Sessanta. Stabili relazioni intercorsero, in Francia, con Ordre Nouveau e la Fédération des Étudiants Nationalistes33, con il Kinema tes 4 Augoustou in Grecia, Jeun Europe e le organizzazioni collegate in Belgio, Fuerza Nueva e il Circulo Español de Amigos de Europa (CEDADE) in Spagna34. Si delinea quindi un progetto piuttosto ambizioso, il cui obiettivo era la creazione di un non meglio definito organismo intercontinentale che si coordinasse nella battaglia anticomunista che imperversava. Un proposito che, comunque, viene presentato in maniera vaga e che non si concretizzerà mai.

Nonostante tra i documenti consultati non ve ne sia alcuno che attesti la concessione dell’asilo politico a Elio Massagrande da parte dello stato paraguaiano, la presenza di un casellario giudiziario, richiesto dall’italiano nel settembre del 1990, all’interno del quale è indicato il numero del suo documento d’identità emesso dalle autorità locali, indica che questa circostanza si sia effettivamente verificata, confermando quanto emerso durante le indagini giudiziarie35. Per quanto riguarda Gaetano Orlando, secondo la sua scheda personale ritrovata negli archivi, l’asilo gli fu ufficialmente concesso il 3 gennaio del 197836.

Un altro nome eccellente proveniente dalla fila di ON che scelse il Paraguay come rifugio fu quello dell’ideologo del gruppo, Clemente Graziani, giunto ad Asunción nel 1978:

El ciudadano Clemente Graziani, de nacionalidad italiana, profesión industrial, 53 años de edad [...] salvoconducto del Consulado Gral. De Bolivia en Londes - Gran Bretaña – y salvoconducto del Consulado de nuestro País en la Ciudad de Santa Cruz - Bolivia -, llegó a nuestro País en fecha 10 de mayo del corriente año, procedente de la referida ciudad Boliviana por Lloyd Aereo Boliviano, siendo detenido a su llegada, por pesar sobre su persona captura recomendada por la “Interpol” y puesto en libertad al día siguiente, por tratarse de exiliado político; según informe suministrado por el Dr. Antonio Campos Alum, Director de Asuntos Técnicos del Ministerio del Interior, el citado Graziani es anticomunista, de la línea intelectual de su País, quien actualmente se halla abocado en la preparación de un trabajo sobre el “Estudio de la situacion, tactica y tecnica utilizada por el Partido Comunista Italiano” para el congreso anticomunista de la CAL (Comité Anticomunista Latinoamericano), a llevarse a cabo en nuestro País el año próximo37.

Ancora una volta, l’anticomunismo costituisce il passe-partout per entrare legalmente in Paraguay ed eludere la giustizia del paese di provenienza. Occorre precisare che sia Massagrande che Graziani furono assolti per insufficienza di prove per l’omicidio del giudice Occorsio. Ma per tale evento bisognerà attendere il 198738. Nel frattempo, la gravità delle accuse non contava. Qualsiasi reato loro avessero ipoteticamente commesso, purché in nome dell’anticomunismo, non era considerato un delitto dalle autorità paraguaiane, bensì un’azione legittima. Del resto, considerate le efferate violenze perpetrate dal regime e la ratio alla base di tale disumanità, sarebbe stato piuttosto sorprendente se le autorità paraguaiane avessero invece concesso l’estradizione. Condannare chi ha combattuto il comunismo con la violenza avrebbe implicato, sostanzialmente, rinnegare le azioni del regime stesso.

Un simile atteggiamento nei confronti dei terroristi non può essere compreso adeguatamente senza considerare l’importanza che l’elaborazione teorica antimarxista assunse nel regime di Stroessner.

La paura di un’infiltrazione comunista all’interno di ogni fessura della società fu uno dei topoi più ricorrenti all’interno della stampa controllata dal governo stronista. D’altro canto, la propaganda antimarxista portata avanti da esponenti del Partido Colorado e dai funzionari pubblici era considerata una delle maniere più sicure per mantenere la propria posizione all’interno dell’apparato burocratico paraguaiano. L’anticomunismo militante non si fermava alla sfera politica, ma poteva contare su forti legami con la società civile e con l’associazionismo, intessuti e mantenuti da Antonio Campos Alum, direttore della Dirección Nacional de Asuntos Técnicos, ossia la persona che, come visto poc’anzi, fu il primo punto di riferimento in loco dei neofascisti italiani e che si incaricò della loro schedatura e della richiesta di asilo politico. Il lavoro svolto da Campus Alum nella causa anticomunista lo portò ad essere uno dei personaggi più influenti del regime, in costante contatto con le organizzazioni e i servizi d’intelligence degli altri paesi39.

Considerata tale radicata percezione, non sorprende che le autorità paraguaiane abbiano considerato attendibili le informazioni inserite dai neofascisti nelle loro note biografiche, considerandoli effettivamente vittime della cospirazione comunista internazionale.

I nomi degli italiani legati agli ambienti della destra radicale che dai documenti risultano aver trascorso parte o tutta la latitanza in questo paese, oltre ai già citati, sono quelli di Romano Coltellacci40, Alessandra Crocco41, Saverio Sparapani42, Roberto Besutti43, Piercelso Mezzadri e Alberto Frigerio, ai quali si aggiungono una serie di personaggi semplicemente identificati come italianos senza aggiungere altre informazioni generali44.

È fondato ritenere che la migrazione sia avvenuta con una sorta di “catena”, il cui primo anello di congiunzione tra gli ex ordinovisti e la dittatura paraguaiana fu Elio Massagrande. Quest’ultimo, una volta “accreditatosi” presso le autorità, iniziò a preparare il terreno per l’arrivo dei suoi camerati.

Come si è avuto modo di vedere, non sempre i fatti riportati nei documenti allegati alla richiesta di asilo corrispondono alla realtà. La narrazione è autoassolutoria e l’immagine che emerge è quella di militanti politici perseguitati solo ed esclusivamente a causa delle loro idee. È plausibile ritenere che dietro una simile narrazione ci fosse una strategia ben precisa. In assenza di un rapporto di collaborazione pregresso con il regime, ai militanti toccava l’onere di conquistare la fiducia delle autorità locali per farsi aprire le porte del paese. Per far ciò puntarono, oltre che su raccomandazioni istituzionali, su una sorta di “empatia anticomunista”, descrivendosi come soldati della lotta antimarxista perseguitati e utilizzando la retorica cospirazionista che caratterizzava sia il pensiero del neofascismo italiano sia la DSN. Oltretutto, la simpatia del dittatore paraguaiano per i movimenti della destra radicale internazionale non era affatto un mistero45.

Dall’altro lato, si ritiene comunque necessario considerare lo “stato di necessità” in cui i terroristi si trovavano in quel preciso periodo. Il 1974 vide infatti la caduta dei regimi autoritari di Portogallo e Grecia. L’anno successivo fu la volta regime spagnolo. Questo evento, che mise un punto alle esperienze dittatoriali nell’Europa Mediterranea, significò da un lato la fine di ogni appoggio “logistico” nel Vecchio Continente che potesse dare un rifugio ai terroristi in fuga. Dall’altro lato, cancellava dall’orizzonte ogni possibilità di una svolta autoritaria anche in Italia. Secondo il giudice Guido Salvini, infatti, non è un caso che l’azione dei gruppi della destra radicale si sia «rarefatta a partire dalla metà degli anni Settanta quando, […] con la caduta dei regimi di destra in Spagna, Portogallo e Grecia, una reazione apertamente autoritaria era divenuta per l'Italia anacronistica ed improponibile»46. Ragioni considerate dai latitanti più che valide per smussare le loro posizioni terzoforziste, scegliendo quello che, ai loro occhi, appariva il male minore.

Ripopolare il Chaco Paraguaiano

Una delle impronte più profonde lasciate dalla presenza neofascista italiana in Paraguay è senza dubbio rintracciabile nella creazione di una serie di insediamenti nella zona del Chaco. Una lettera, inviata alle autorità nazionali nel luglio del 1979, chiedeva al governo l’autorizzazione per la creazione di una serie di fincas nella suddetta zona, poco sfruttata e quasi disabitata:

Somos un grupo de inmigrados de origen europea y sudafricana que por razones politicas, sentimentales y economicas, eligió este hospitalario Paraguay para empiezar una nueva vida. [...] todos sin distincion anticomunistas desde siempre y para siempre.

[...] es nuestra intencion empiezar una colonia en el Chaco Paraguayo y dedicarnos a las actividades agricola-ganaderas, posiblemente bajo forma de cooperativa y cada colono tendrá tutyo de propriedad relativo a su estancia. A tal fin necesitamos de una considerable cantidad de tierra (minimo 100.000 ha) que podria ser adquirida del Gobierno de Paraguay a traves del I.B.R. (Instituto del Bienestar Rural, ndr) al precio mas bajo posible [...] En efecto los imigrados tendrian la grande oportunidad de rehacer sus vidad y progresar de su trabajo en un Pais que ellos mismos elijieron, hospitalario, tranquilo, y conducido sabiamente por Presidente y un Gobierno anticomunista.

[...] Al fin deseamos mencionar que estos nuevos colonos aunque sean gente pacifica, se el caso se ofrecerá y el Pais los llamara, no vacilaran a defender esta tierra que será la patria de sus hijos y este gobierno que estrechó una mano amiga47.

La lettera in questione riporta la firma di Massagrande e di un cittadino proveniente dal Sudafrica di nome Luis Mainardis. Ad una prima lettura, considerati i toni utilizzati, il ridondante uso della parola “anticomunista” e la chiusa in cui si dichiara velatamente la disponibilità a imbracciare i fucili se la nuova patria dovesse chiamare, l’intenzione dei postulanti appare quella di creare una sorta di rifugio per tutti gli esuli che scappano dal comunismo, dove poter lavorare la terra e rifarsi una vita. La questione degli insediamenti nel Chaco fu tuttavia molto più complessa. Ottenuto il placet del governo e messa in moto l’attività grazie agli investimenti inziali, in breve tempo le aziende del Chaco divennero un punto di riferimento per quella parte dei militanti neofascisti in passato legati più o meno strettamente a ON.

Una volta risolte le questioni burocratiche relative all’asilo politico e avviata l’attività produttiva, Massagrande riprese i contatti con i vecchi camerati, narrando la bellezza, la prosperità e la stabilità politica di questa terra e comunicando la possibilità di investire dei capitali nelle nuove imprese che stavano nascendo.

Durante una perquisizione operata dalla DIGOS di Verona a casa di Pietro Gunnella, ex ordinovista della cellula veneta48, furono ritrovate una serie di missive provenienti dal Paraguay il cui mittente risultava essere proprio Massagrande.

Le lettere erano redatte su carta intestata indicante la dicitura “Ma.Be. Srl”, indicanti, probabilmente, le iniziali di Massagrande e di Besutti. Una missiva in particolare, datata 4 settembre 1981, fornisce alcune informazioni sul progetto che il neofascista e gli altri camerati stavano portando avanti:

... in Paraguay stanno venendo molti stranieri per farvi investimenti soprattutto nel campo agricolo e dell’allevamento. È certo anche vi sono volontà pubbliche e private per installazioni di impianti industriali. Questo Paese, quando funzioneranno le turbine della diga di Itaipu49, (le più grandi del mondo, disporrà di energia a bassissimo prezzo. È difficile per me spiegare in poche righe questo Paese, che possiamo paragonare alla svizzera (del cono sud). La stabilita politica, il libero cambio, il basso numero degli abitanti, la sua posizione tra due grandi potenze (Brasile ed Argentina), fanno di questo Paese un posto ideale per investire con sicurezza. La legge favorisce sia l’immigrazione che il capitale straniero (esenzioni da imposte ecc. anche se queste sono bassissime o inesistenti). La mancanza di una classe operaia e l’omogeneità della razza (criolla) sono ancora fattori positivi50.

Questo primo estratto della lettera fornisce alcuni dati interessanti. Se escludiamo gli accenni alla mancanza di una classa operaia e all’omogeneità etnica, in questa prima parte l’elemento politico manca del tutto. Il mittente della lettera non sembra essere un ex membro di un’organizzazione terroristica caratterizzata da una profonda dimensione ideologica, quanto piuttosto un imprenditore spostatosi in Paraguay alla ricerca di un mercato nuovo e fertile.

Nella conclusione della lettera, Massagrande descrive il ruolo di intermediario che svolgerebbe con il governo:

Ritengo importante accennarvi che collaboro con un gruppo di persone del governo e membri della sezione locale della lega mondiale anticomunista (la WACL, ndr) per la vendita e per lo sviluppo di terre nel chaco paraguaio (tere demaniali) a stranieri e soprattutto francesi, tedeschi. Io dovrei ocuparmi degli italiani sporatutto. Posso, se necessario, far avere un biglietto d’aereo da Francoforte o Madrid (LAP)51 perché qualcuno venga a vedere e parlare. Ho un progetto affinché questo paese diventi anche una base economico finanziaria. Una sicurezza per quanti la necessitano ed una assicurazione per il domani (se le cose peggiorano). In ogni caso a tutti posso dire sin da ora posso dire che sono in grado di far avere il biglietto scontato del 25% e pagabile qui all’arrivo o a rate. Io ritengo che dobbiamo mettere a frutto il lavoro fatto qui e la mia presenza52.

Quest’ultimo passo mette in evidenza un'altra serie di elementi che restituiscono la portata del progetto. Innanzitutto, dal testo emerge che il governo paraguaiano non si limitò a concedere le terre abbandonate del Chaco agli immigrati di cui si è parlato precedentemente, ma intravide la possibilità di creare un centro per favorire gli investimenti provenienti dall’estero, utilizzando i contatti che i neofascisti a cui aveva dato asilo avevano mantenuto in patria. La politica economica del regime stronista, del resto, fu sempre incline all’apertura delle frontiere agli investimenti stranieri, provenienti principalmente dagli Stati Uniti e dal Brasile53. Ma le parole di Massagrande, rivolte ai suoi connazionali, inducono a ritenere che, attraverso lo sviluppo delle terre del Chaco, il governo volesse utilizzare i contatti dei nuovi coloni nei loro paesi d’origine per provare ad attirare investimenti anche dall’Europa.

L’ordinovista veronese, quindi, una volta ottenuta la concessione delle terre, lavorò attivamente nel progetto di sviluppo delle terre demaniali e nella gestione degli investimenti provenienti dall’estero a stretto contatto con le autorità locali. Prova ne sia la possibilità da parte di Massagrande di fornire dei biglietti aerei a prezzi scontati, oltre che rateizzabili, della compagnia di bandiera nazionale, pubblica e quindi in mano allo stato. Un’agevolazione difficile da proporre se non con il placet del governo.

In una delle sue risposte, Gunella prospettava l’arrivo di un tale geometra Zonin, personaggio simpatizzante degli ambienti neofascisti veronesi, in quanto possibile investitore soprattutto nel settore dei marmi54. Secondo un’informativa dei Carabinieri, Zonin sarebbe giunto ad Asunción nel gennaio del 1982, e Massagrande si sarebbe incaricato dell’organizzazione di tutta la sua permanenza55. Un’ulteriore conferma dell’attività svolta dall’ex leader ordinovista proviene da una resoconto delle sue attività consegnate alle nuove autorità paraguaiane nel 1990. Secondo il documento, in quell’anno Massagrande risultava amministratore di due società che si occupavano del reperimento di capitali esteri da investire in terre demaniali, vantando negli anni il reperimento di svariati finanziamenti provenienti da Italia, Francia e Spagna56.

Le notizie dell’esistenza di un’oasi anticomunista in America Latina e della possibilità di partecipare economicamente al suo sviluppo oltrepassarono anche i confini dell’Italia. A partire dal 1981, sul mensile tedesco Nation und Europa iniziarono a comparire degli annunci pubblicitari che invitavano a investire denaro nelle nuove imprese che stavano sorgendo in Paraguay57. Se consideriamo il calibro della rivista in questione, questo elemento assume una rilevanza non trascurabile. La rivista Nation und Europa fu infatti uno dei principali punti di riferimento della destra radicale europea. La sua fondazione, avvenuta nel 1951, si deve all’ex ufficiale delle SS tedesche Arthur Ehrhardt e allo scrittore Herbert Böhme, anch’egli legato strettamente al nazionalsocialismo. La rivista richiamava il proprio nome al concetto di un’Europa intesa come una sola nazione, ispirandosi ai discorsi del neofascista inglese Oswald Mosley. Da un punto di vista politico, il giornale propugnava la creazione di un’Europa dei popoli capace di rappresentare una terza via rispetto al capitalismo nordamericano e al comunismo sovietico. Idee che caratterizzavano, come visto in precedenza, anche i movimenti della destra radicale italiana, in particolare Ordine Nuovo. Molti contributi della rivista provenivano da ideologi dei movimenti neofascisti nazionali europei, come Julius Evola, Oswald Mosley, Jean-Marie Le Pen58.

Nation und Europa rappresentava uno dei principali raccordi della cosiddetta “Internazionale Nera” e uno dei più utilizzati strumenti di diffusione delle idee e dello scambio di informazioni. Come dimostrato da precedenti studi, ON era parte integrante di questa rete di organizzazioni che operava a livello continentale, insieme a diverse altri gruppi attivi negli altri paesi del Vecchio Continente59. Nella nota biografica citata precedentemente, Massagrande lanciava la proposta della costruzione di una rete anticomunista euro-latinoamericana tra i regimi militari e le organizzazioni neofasciste europee, presumibilmente sulla base di contatti creatisi negli anni passati durante le attività di ON in Europa. È plausibile ritenere che tali contatti, più che per la costituzione della suddetta rete, siano stati invece utilizzati per veicolare all’interno della galassia della destra radicale europea un altro tipo di messaggio, riguardante, appunto la questione dei nascenti insediamenti in Chaco.

Considerate le tendenze politiche dei potenziali investitori, il viscerale anticomunismo del governo paraguaiano rappresentava un incentivo notevole. Chi avesse deciso di capitalizzare i propri risparmi in una terra governata da un dittatore considerato uno dei capisaldi dell’antimarxismo mondiale, avrebbe indirettamente contribuito allo sviluppo e al consolidamento di quella esperienza. Gli attriti con l’amministrazione Carter dovuti alla costante violazione dei diritti umani contribuivano inoltre ad attirare le simpatie di quelle frange del terzoforzismo più oltranzista, che non vedeva di buon occhio la storica vicinanza tra i governi latinoamericani e gli Stati Uniti.

I contatti degli ex ordinovisti non toccarono solo l’Italia e l’Europa, ma allungavano le proprie maglie sino all’Africa. Si è detto infatti che il secondo firmatario della lettera era un cittadino sudafricano di nome Luis Mainardis. Per spiegare questa circostanza si rende necessario fare un passo indietro. Già durante gli anni Sessanta, un gruppo di italiani legati alla galassia della destra radicale, alcuni dei quali ricercati, si trasferì in Sud Africa60. Qui iniziarono a collaborare con un gruppo paramilitare denominato “Wit Kommando” (Commando Bianco), una formazione suprematista bianca con posizioni fortemente antisemite. Nel 1981 diversi militanti italiani furono arrestati dalle autorità sudafricane, insieme ai camerati autoctoni, per aver preso parte ad azioni di sabotaggio della suddetta organizzazione61. Esisteva pertanto una stretta connessione tra gruppi militanti italiani e suprematisti bianchi sudafricani. Uno dei principali punti di raccordo tra le due comunità era il già citato Saverio Sparapani, che si sarebbe trasferito anch’egli nel Chaco da lì a poco a tempo62.

Considerato il forte legame esistente tra militanti italiani e sudafricani, è plausibile ritenere che sia le proposte di investimento, sia quelle di trasferimento in Paraguay per chi avesse avuto “problemi”, iniziarono a circolare in maniera capillare tra la comunità militante sudafricana. Un dato confermato dall’American Year Jewish Book del 1983, secondo cui alcuni dei leader delle organizzazioni suprematiste «left South Africa to establish a settlement of like-minded people on land allocated to them by the government of Paraguay»63.

Si osserva in questo caso un fenomeno ben preciso. Ai tradizionali usi della rete internazionale della destra radicale, quali la condivisione di tecniche controinsorgenti e teorie sulla cospirazione marxista, richieste di foraggiamenti per le campagne anticomuniste o scambi di favori di vario tipo, se ne aggiunge un altro. I collegamenti neofascisti diventano ora anche un mezzo per veicolare dei messaggi di natura principalmente finanziaria.

Dal punto di vista della politica economica paraguaiana, la creazione di questi nuovi canali potrebbe essere considerata una delle contromisure dettate dal crollo degli investimenti stranieri dovuti al deterioramento delle relazioni con gli USA. Tra il 1954 e il 1977 le amministrazioni USA che si susseguirono ebbero ottime relazioni con Stroessner, caratterizzate da un atteggiamento conciliante nei confronti delle esigenze del regime al quale venivano erogati costanti aiuti economici e militari. A partire dal 1977, con le pressioni di Carter per l’apertura democratica e il rispetto dei diritti umani, gli USA passarono dall’essere un alleato incondizionato a un nemico da combattere. Sin da dalla sua elezione, Carter attaccò duramente il regime stronista, denunciandolo di fronte all’intera comunità internazionale come una cruenta dittatura unipersonale e tagliando drasticamente gli aiuti economici e militari del 50 e del 70 % rispettivamente, creando diversi problemi di bilancio interno64. Il calo degli scambi economici tra Paraguay e Stati Uniti raggiunse il picco nel 1981. Le esportazioni paraguaiane verso il Nord America passarono dal 21,5 % della seconda metà degli anni Sessanta al 2,6 %. La stessa sorte toccò alle importazioni, crollate al 7,5 %. Una drastica riduzione subirono infine gli investimenti, colati a picco sino al 7 %65. È pertanto plausibile ritenere che il ponte costruito con i movimenti della destra radicale europea e sudafricana, utilizzando come tramite i neofascisti italiani, sia stata una delle manovre messe in atto dalla dittatura stronista per cercare dei canali di finanziamento alternativi e ridurre in questo modo la dipendenza economica dagli Stati Uniti.

Il radicamento nel tessuto sociale e la rimozione del passato criminale

La fine della clandestinità dei neofascisti e lo sviluppo delle attività economiche nel Chaco permise loro di integrarsi perfettamente nella società paraguaiana, andando decisamente oltre il livello della politica e della militanza.

Come spiegare il forte inserimento nel tessuto sociale e la permanenza indisturbata in terra paraguaiana anche dopo la caduta del regime stronista e l’inizio della transizione democratica?

Per quanto riguarda il primo punto, la risposta va ricercata su più fronti. Innanzitutto, la fine della clandestinità, che ebbe come corollario la possibilità di utilizzare i loro veri nomi e di avere interazioni sociali senza la paura di essere riconosciuti o scoperti, potrebbe aver giocato un ruolo importante. Per quanto riguarda Massagrande in particolare, l’attività a cui dedicava maggior tempo, insieme alle attività di gestione delle aziende nel Chaco, fu il paracadutismo. L’ex ordinovista veronese decise di condividere le proprie conoscenze sull’aviazione e sulla caduta libera apprese durante il servizio presso la Brigata Folgore fondando, nel 1979, l’Asociación Paraguaya de Paracaidismo Deportivo, di cui divenne il primo presidente66. L’associazione sportiva non si occupava solo di attività ludico-sportive, ma effettuava anche gli addestramenti per il personale militare. Negli anni, furono addestrati all’incirca seicento paracadutisti, per un totale di circa dodicimila lanci. L’associazione prese inoltre parte a diverse competizioni sportive nazionali e internazionali67. Come risulta dal sito dell’associazione, Massagrande rimase in carica come presidente dal 1979 sino al 1998. Sulla stessa pagina, alla sezione Historia, è possibile leggere quanto segue:

Corría la década del ‘70 y se comenzaban a realizar los primeros cursos de paracaidismo deportivo en nuestro país de la mano del Sr. Elio Massagrande, inmigrante Italiano que se establece en el Paraguay, junto a aficionados y militares activos de la época deciden fund ar en fecha 6 de abril del año 1979 la Asociación Paraguaya de Paracaidismo deportivo68.

Da queste righe, Massagrande appare come un semplice immigrato di origine italiana che un giorno decise di abbandonare l’Italia per trasferirsi in Paraguay. Non vi è nessun accenno alle ragioni che lo spinsero ad abbandonare l’Italia o al suo passato nell’organizzazione terrorista. Una linea tenuta anche dai numerosi articoli di giornale, con a tema il paracadutismo, in cui Massagrande viene menzionato69. In particolare, da uno di questi brani è possibile apprendere che nei pressi della città di Tobatí esiste una pista di decollo e atterraggio intitolata proprio a don Elio Massagrande, in quanto membro fondatore dell’associazione70.

Gli elementi appena menzionati inducono a ritenere che il nuovo stile di vita adottato dal neofascista, quindi l’abbandono della militanza violenta, il lavoro svolto come amministratore delle aziende nel Chaco e le attività collegate al paracadutismo abbiano permesso una rimozione pressoché totale del passato criminale di Elio Massagrande, tramutatosi di fatto in un rispettato membro della comunità.

Per ciò che concerne la seconda questione, si rende invece necessario soffermarsi sul processo di transizione democratica iniziato dopo la caduta di Stroessner. Nel febbraio del 1989, un colpo di stato organizzato dal generale Andrés Rodríguez depose il dittatore. Dopo la caduta del regime, esattamente come negli altri paesi che avevano vissuto sotto la morsa di una dittatura militare, iniziò la transizione verso la democrazia. Tuttavia, tale processo non fu paragonabile a quelli affrontati da paesi come Cile, Argentina o Brasile, per citarne alcuni. In particolare, la transizione fu caratterizzata dalla permanenza negli apparati amministrativi delle stesse persone che avevano gestito la cosa pubblica durante l’epoca stronista. Le strutture amministrative, la dirigenza dei corpi di polizia e l’organizzazione del potere giudiziario rimasero identiche. L’impronta stronista rimase quindi ben visibile71.

In base ai documenti che si è avuto modo di visionare, non è possibile stabilire se Massagrande e gli altri esuli siano stati sottoposti a misure restrittive dopo la caduta del regime. Tuttavia, negli Archivi del Terrore è presente la trascrizione di una sorta di interrogatorio al quale fu sottoposto lo stesso Massagrande alla fine del marzo 1989, quindi dopo la destituzione di Stroessner. A dirigere l’interrogatorio era il generale Obdulio Arguello Britez, in qualità di responsabile del Despacho de la Dirección de Política y Afines del Departamento de Investigaciones de la Policía de la Capitál72. Alla luce di quanto detto precedentemente, non sorprende che l’ufficiale incaricato dell’interrogatorio fosse stato parte attiva nelle campagne repressive operate da Pastor Coronel durante gli anni del regime stronista73. L’interrogatorio in questione appare una mera formalità. Consta di nove domande generali riguardanti le modalità di ingresso nel paese, le attività svolte e gli eventuali contatti con altri latitanti durante gli anni trascorsi in Paraguay.

Considerata la permanenza delle alte sfere amministrative ai loro posti anche dopo la caduta si Stroessner, è possibile ritenere che le strette relazioni costruite dai neofascisti italiani, e in particolare di Massagrande, con i vertici militari nel corso degli anni abbiano fatto sì che la protezione concessa dal regime stronista ai latitanti si sia protratta anche oltre la fine della dittatura, consentendo agli stessi di eludere la giustizia italiana anche in questa circostanza. Alcuni dei neofascisti ritornarono in patria una volta sopraggiunta la prescrizione. Altri, come Clemente Graziani ed Elio Massagrande, rimasero nella loro nuova patria fino al giorno in cui morirono74.

Conclusioni

Il quadro che si delinea alla fine di questo lavoro appare piuttosto complesso. L’incontro tra i reduci dell’organizzazione neofascista e il regime paraguaiano sembra essere nato ex novo, attraverso un processo in cui l’anticomunismo radicale e la legittimazione della violenza come strumento politico rappresentano il comun denominatore tra due mondi molto distanti. Nell’avversione al marxismo, il regime paraguaiano e i neofascisti italiani individuarono un linguaggio comune che entrambi gli attori erano in grado di comprendere e tradurre praticamente. Si crearono, in questo modo, dei ponti ideologici prima inesistenti e che furono la base di una “solidarietà anticomunista” che si concretizzò nella concessione dell’asilo politico e nella nuova vita che ne conseguì per gli ex terroristi.

Ciononostante, dello “spirito legionario” che caratterizzava gli ordinovisti, durante la stagione paraguaiana rimase ben poco. In un contesto completamente sottomesso al regime e in assenza di una qualsiasi opposizione progressista, i neofascisti smisero i panni dei militanti violenti, che fabbricavano armi e organizzavano attentati, per indossare quelli di rispettati uomini d’affari con un lavoro, tutto sommato, normale. Un cambiamento che culminò con lo sviluppo del centro di investimenti nel Chaco e la creazione di quella che potrebbe essere definita come “Internazionale nera economica”. Una rete che mantenne le stesse caratteristiche del network attraverso cui fu costruita, ovvero informalità, legami deboli e la mancanza di una struttura organizzativa o di comando, ma che, a differenza dell’Internazionale nera “originale”, aveva un saldo punto di riferimento istituzionale. Un elemento, quest’ultimo, che può essere ritenuto come il motore dell’evoluzione “legalitaria” dei collegamenti transatlantici affrontati sin ora dalla storiografia.

Fonti d’archivio

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Tribunale civile e penale di Milano, Ufficio Istruzione 20a, Sentenza ordinanza del giudice Guido Salvini nel procedimento nei confronti di Rognoni Giancarlo e altri, 03/02/1998.

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Documenti delle Commissioni di Verità e Giustizia, Paraguay

Comisión de Verdad y Justicia (CVJ). Informe Final: las responsabilidades en las violaciones de derechos humanos. Asunción: Editorial J.C. Medina, 2008.

Nota

* Este documento respeta las directrices y normas dispuestas en la Declaración de Ética de Publicación de Ciencia Nueva, Revista de Historia y Política. Esta declaración puede consultarse en la página web de la revista: https://revistas.utp.edu.co/index.php/historia
** Ricercatore di Storia dell'America Latina (Dipartimento di Scienze Politiche, Università degli Studi Roma Tre; posizione non retribuita); Ricercatore associato (Center for Latin American Studies, University of Pittsburgh; posizione non retribuita).
1 Si veda Patricia Mayorga, Il Condor Nero (Milano: Sperling&Kupfewr, 2003); John Dinges, The Condor Years. How Pinochet and His Allies Brought Terrorism to Three Continents (New York-Londra: The New Press, 2004); Magnus Linklater et al., The Fourth Reich: Klaus Barbie and the Neo-Fascist Connection (Londra: Coronet, 1985).
2 Eduardo González Calleja, Guerras no ortodoxas. La ‘estrategia de la tensión’ y las redes del terrorismo neofascista en Europa del Sur y América Latina (Madrid: Catarata, 2018).
3 Frank O. Mora e Jerry W. Cooney, Paraguay and the United States. Distant Allies (Athens-Londra: University of Georgia Press, 2007), 205.
4 Sulla strategia della tensione e gli attentati perpetrati da Ordine Nuovo, Franco Ferraresi, Threats to Democracy. The radical Right in Italy after the war (Princeton: Princeton University Press, 1996), 84-147. Per quanto riguarda le indagini sugli spostamenti dei terroristi italiani in Paraguay, si veda Tribunale civile e penale di Milano, Ufficio Istruzione 20a, Sentenza ordinanza del giudice Guido Salvini nel procedimento nei confronti di Rognoni Giancarlo e altri, 03/02/1998, liberamente consultabile all’indirizzo http://www.fontitaliarepubblicana.it/documents/681-sentenza-istruttoria-milano-salvini.html. Ultima visita 04/08/2019.
5 Cfr. Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulla Loggia P2, tomo XI, vol. III, serie II, 488. Liberamente consultabile all’indirizzo, ultima visita 4/08/2019, http://www.fontitaliarepubblicana.it/documents/270-09-leg-doc-xxiii-n-2-4quater-3-tomo-11-ocr.html.
6 Sui legami tra le formazioni della destra radicale italiana e spagnola, Matteo Albanese e Pablo Del Hierro. Transnational Fascism in the Twentieth Century: Spain, Italy and the Global Neo-Fascist Network (Londra – Oxford – New York – Nuova Delhi – Sidney: Bloomsbury, 2016).
7 Questura di Roma, Rapporto sulle attività di Ordine Nuovo, cit. in F. Ferraresi, La Destra Radicale,64. Sui riferimenti ideologici della destra radicale italiana, Richard Drake, «Julius Evola and the Ideological Origins of the Radical Right in Contemporary Italy», in Political Violence and Terror: Motifs and Motivations, a c. di Peter Merkl (Berkeley-Los Angeles-Londra: University of California Press, 1986), 61-89.
8 Sulla DSN, David Pion-Berlin, «The National Security Doctrine, military threat perception, and the “Dirty War” in Argentina», Comparative Political Studies 21, n. º 3, ottobre 1988.
9 Sui collegamenti internazionali delle organizzazioni della destra radicale, Jeffrey Bale, The Darkest Sides of Politics. Postwar Fascism, Covert Operations, and Terrorism I (Londra: Routledge, 2017).
10 Maria Rosaria Stabili, «Opareí, La justicia de transiciόn en Paraguay», América Latina Hoy, n. ° 61, (2012): 139-140.
11 Stabili, «Opareí, La justicia de transiciόn en Paraguay», 139-140.
12 Stabili, «Opareí, La justicia de transiciόn en Paraguay», 139-140.
13 Oscar Cabello Sarubbi, Storia del Paraguay (Manziana: Vecchierelli Editore, 1999), 141.
14 Cabello Sarubbi, Storia del Paraguay ..., 142.
15 Cabello Sarubbi, Storia del Paraguay ..., 139.
16 AA. VV., Paraguay: a country study (Washington DC: Library of Congress, 1990), 42. Si veda anche Alfredo Boccia Paz, et al., En los sótanos de los generales: Los documentos ocultos del Operativo Cóndor, (Asunción: Expolibro/Servilibro, 2002), 17.
17 Mora e Cooney, Paraguay and the United States…, 129.
18 Comisión de Verdad y Justicia (CVJ), Informe Final: las responsabilidades en las violaciones de derechos humanos (Asunción: Editorial J.C. Medina, 2008), Vol. 2, p. 170, Vol. 6, pp. 33-34. Si veda anche Paul H. Lewis, Paraguay under Stroessner (Chapel Hill: University of North Carolina Press, 1980), 167; Paul H. Lewis, Socialism, Liberalism, and Dictatorship in Paraguay (New York: Praeger, 1982), capitoli 1-3.
19 Stabili, «Opareí, La justicia de transiciόn en Paraguay», 39-140.
20 Archivos del Terror, d’ora in avanti AdT, Declaración informativa de Elio Massagrande, 21/03/1989, rullo 97, fotogramma 2262.
21 Archivos del Terror, d’ora in avanti AdT, Declaración informativa de Elio Massagrande, 21/03/1989, rullo 97, fotogramma 2262.
22 Sul Movimento Azione Rivoluzionaria, si veda Tribunale Civile e Penale di Milano, Ufficio Istruzione sez.20a, Sentenza ordinanza pronunciata dal giudice Guido Salvini nel Procedimento nei confronti di Azzi Nico e altri, 18/03/1995 “La testimonianza di Gaetano Orlando in merito ai rapporti tra il M.A.R. e le strutture dello stato, 50 e ss.
23 AdT, Elio Massagrande, Nota Biografica, 19/11/77, rullo 108, fotogramma 0624.
24 Cfr. Carlo Mosca et al., I servizi d’informazione e il segreto di stato (Milano: Giuffrè Editore, 2008), 20.
25 Si veda a titolo di esempio Virgilio Ilari, Storia militare della Prima Repubblica 1943-93, Ancona, Nuove Ricerche, 1994.
26 AdT, Elio Massagrande, Nota Biografica, 19/11/77, rullo 108, fotogramma 0624.
27 Elio Massagrande, Nota Biografica, 19/11/77, rullo 108, fotogramma 0625. Traduzione dallo spagnolo dell’a.
28 Elio Massagrande, Nota Biografica, 19/11/77, rullo 108, fotogramma 0625.
29 Elio Massagrande, Nota Biografica, 19/11/77, rullo 108, fotogramma 0625.
30 Elio Massagrande, Nota Biografica, 19/11/77, rullo 108, fotogramma 0625.
31 Elio Massagrande, Nota Biografica, 19/11/77, rullo 108, fotogramma 0626.
32 Si veda a questo proposito Clemente Graziani, La guerra rivoluzionaria, «Quaderni di Ordine Nuovo», 1, 2 aprile 1963.
33 Per approfondire le relazioni transnazionali tra neofascismo italiano e francese, Andrea Mammone, Transnational Neofascism in France and Italy (Cambridge: Cambridge University Press, 2015).
34 Bale, The Darkest Side of Politics…,142.
35 AdT, Policia de la Capital, Certificado de antecedentes, 07/09/1990, rullo 108, Fotogramma 0619.
36 AdT, Departamento de investigaciones, Datos personales, ficha n. 4228 de Gaetano Orlando, rullo 17, fotogramma 2005.
37 AdT, Policia de la Capital, Dpto. De Investigaciones. Elevar informe, 08/07/1978, rullo 172, Fotogramma 1637. Anche Graziani figurava tra i ricercati dall’Interpol per l’omicidio del giudice Vittorio Occorsio, nonchè per il reato di ricostituzione del Partito Fascista.
38 S. Bertuccelli, Ergastolo confermato per Paolo Signorelli, in «La Repubblica», 17/10/1987.
39 Alfredo Boccia Paz, Myriam Angélica González e Rosa Palau Aguilar, Es mi informe. Los archivos secretos de la policía de Stroessner (Asunción: Abc, 1994), 195.
40 AdT, Ministerio del Interior – Dirección Nacional de Asuntos Técnicos, Nota, rullo 108, fotogramma 0620.
41 AdT, Elio Massagrande, Nota Biografica, 19/11/77, rullo 108, fotogramma 0624.
42 AdT, Declaración informativa de Elio Massagrande, 21/03/1989, rullo 97, fotogramma 2263.
43 Casa della Memoria di Brescia, ROS, Oggetto: Procedimento penale contro Rognoni Giancarlo ed altri - GUNNELLA Pietro, in fascicolo “Strage di Brescia”, cartella “Atti ROS”.
44 AdT, Informe AdT, Informe. Stefano Delle Chialle (sic) - “Cacola”, data sconosciuta, rullo 108, fotogramma 0617.
45 Casa della Memoria di Brescia, CESIS, informativa inviata al SISMI, Oggetto: Eversione di destra, 02/08/1982, fascicolo “Italicus bis”, cartella “Delle Chiaie, vol. 2”
46 Sentenza ordinanza 03/02/1998, p. 295.
47 Adt, Memorandum para un proyecto de colonizacion en el Chaco Paraguayo, 02/07/1979, Rullo 108, fotogrammi 0615-0616.
48 Cfr. Sentenza odinanza 03/02/1998, p. 277.
49 Le dighe “Itaipú” costituiscono un imponente impianto di produzione idroelettrica situato sul fiume Paraná, al confine tra Paraguay e Brasile.
50 Casa della Memoria di Brescia, ROS, Oggetto: Procedimento penale contro Rognoni Giancarlo ed altri - GUNNELLA Pietro, Atti acquisiti presso la DIGOS di Verona, in fascicolo “Strage di Brescia”, cartella “Atti ROS”.
51 L’acronimo LAP indica Líneas Aéreas Paraguayas, la compagnia di bandiera paraguaiana, pubblica fino al 1994.
52 Casa della Memoria di Brescia, ROS, Oggetto: Procedimento penale contro Rognoni Giancarlo ed altri - GUNNELLA Pietro, Atti acquisiti presso la DIGOS di Verona, in fascicolo “Strage di Brescia”, cartella “Atti ROS”.
53 Cabello Sarubbi, Storia del Paraguay..., 95-102.
54 Casa della Memoria di Brescia, ROS, Oggetto: Procedimento penale contro Rognoni Giancarlo ed altri - GUNNELLA Pietro - Atti acquisiti presso la DIGOS di Verona, in fascicolo “Strage di Brescia”, cartella “Atti ROS”.
55 Casa della Memoria di Brescia, ROS, Oggetto: Procedimento penale contro Rognoni Giancarlo ed altri - GUNNELLA Pietro¸ 5.
56 AdT, Emprendimientos de Elio Massagrande en el Paraguay desde 1979 a 1990, senza data, rullo 108, fotogramma 0634.
57 Autore sconosciuto, «Paradise in Paraguay», Patterns of Prejudice 16, issue 1 (1982): 45-46.
58 Per approfondire, Siegfried Jäger, «Rechtsdruck. Die Presse der Neuen Rechten», in Wanderer im Nebelfeld – der “Dritte Weg“der Neuen Zeit, a c. di Siegfried Jäger (Berlino - Bonn: Dietz Taschenbuch 24, 1988), 119-145.
59 Bale, The Darkest Side of Politics; Albanese e Del Hierro, Transnational Neofascism in the Tweintieth Century, Andrea Mammone, Transnational Neofascism in France and Italy.
60 Casa della Memoria di Brescia, SISMI, Terrorismo di estrema destra in Sud-Africa, 18/03/1981, in fascicolo “Italicus Bis”, cartella “Atti SISMI 2.8.80-vol. 3”.
61 Ibidem, p. 76. Sull’appartenenza dei neofascisti italiani al Wit Kommando, Casa della Memoria di Brescia, SISMI, Terrorismo di estrema destra in Sud-Africa, 18/03/1981, in fascicolo “Italicus Bis”, cartella “Atti SISMI 2.8.80-vol. 3”.
62 Casa della Memoria di Brescia, Questura di Bologna – DIGOS, Elio Massagrande e altri, 26/07/1982, in fascicolo “Italicus Bis”, cartella “Atti acquisiti dal P.P.n. 344.A.80 Delle Chiaie + 3 (vol.17)”.
63 AAVV, The American Jewish Year Book, Vol. 83, The Haddon Craftsmen, Scranton (Pa), 1983, 266.
64 Mora e Cooney, Paraguay and United States. Distant Allies…,198-204.
65 Ricardo Rodríguez Silvero, «Empresas transnacionales en el Paraguay: Tipos, formas de accion y origen», in Las transnacionales en el Paraguay, a c. di Ricardo Rodríguez Silvero (Asunción, Editorial Histórica, 1985), 22-26.
66 AdT, Lista actualizada de socios de la Asociación Paraguaya de Paracaidismo Deportivo, 23/01/1980, rullo 108, fotogramma 631.
67 AdT, Emprendimientos de Elio Massagrande en el Paraguay desde 1979 a 1990, senza data, rullo 108, fotogramma 0634.
68 Sito ufficiale dell’Asociación Paraguaya de Paracaidismo Depoortivo, sezione «Historia», consultabile all’indirizzo https://www.appd.org.py/historia/. Ultima visita 02/08/2019.
69 «El día de Hispanoamérica», abc, edizione online, 08/10/2006, disponibile all’indirizzo http://www.abc.com.py/edicion-impresa/suplementos/abc-revista/el-dia-de-hispanoamerica-935253.html. Ultima visita 08/08/2019; pagina pubblicitaria della APPD, «Caidos en el aire», Clip, n. 12 (2013): 77. Consultabile online all’indirizzo, https://issuu.com/sole.ferres/docs/clip_juniojulio2013_borrador_final. Ultima visita 08/10/2018.
70 «Soñadores celebran 30 años», Última hora, edizione online, 09/04/2009. Consultabile all’indirizzo https://www.ultimahora.com/sonadores-celebran-30-anos-n211645.html. Ultima visita 08/10/2018.
71 Stabili, «Opareí, La justicia de transiciόn en Paraguay» …, 148.
72 AdT, Declración informativa de Elio Massagrande, 21/03/1989, rullo 97, fotogramma 2262.
73 Boccia Paz et al., Es mi Informe…,252.
74 Roberto Zuccolini, «Fasci e saluti romani al requiem per il camerata Lello», in Corriere della Sera, 24/01/1996, 37.
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